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Berlusconi, Putin e la guerra: “Se fossi stato eletto presidente della Repubblica…”

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Paolo Colantoni

Il leader di Forza Italia parla di Putin e della guerra che dura ormai da tre mesi: “Se fossi stato eletto al Quirinale, ecco cosa avrei fatto”

“Se fossi stato presidente della Repubblica, avrei potuto convincere Putin”. Silvio Berlusconi alza il tiro e ritorno sulla guerra in Ucraina e sull’attacco di Putin. Il leader di Forza Italia conosce molto bene il presidente russo e molti hanno pensato che potesse essere uno dei pochi a convincerlo a desistere.

Presentandosi ai seggi elettorali, per votare sul referendum, Berlusconi è tornato al suo legame con Putin, e ne ha approfittato per una frecciatina rivolta a chi non ha voluto puntare sulla sua candidatura al Quirinale. “Ho pensato che se io fossi stato presidente della Repubblica, avrei potuto andare e ripetere con Putin quello che ho fatto nel 2008. Lo tenni al telefono 5 ore”. Dopo oltre tre mesi di guerra, con il cessate il fuoco che sembra un miraggio e le truppe di Mosca e Kiev che non rinunciano ad indietreggiare, Berlusconi prova a tornare indietro nel tempo, quando il suo nome era tra i papabili per il ruolo di Presidente della Repubblica. Cosa sarebbe successo se oggi fosse stato eletto? Cosa avrebbe fatto con il suo vecchio amico Putin?

Berlusconi ricorda un episodio di qualche anno fa, quando (a suo dire) convinse Putin a desistere dall’attacco alla Georgia. “Eravamo molto amici, ho fatto due telefonate all’inizio di quest’operazione e mi sono astenuto da ulteriori tentativi”, aggiunge. “Come tutti – sottolinea ancora il Cavaliere – sono preoccupato di ciò che ci porta la guerra, cose negative per l’economia. L’evoluzione in Ucraina la giudico pericolosa perché non vedo possibilità immediate di cessazione della guerra. Si va avanti con 100 morti circa al giorno, sto male”. Poi il leader azzurro interviene anche sul caso dei biglietti per il viaggio a Mosca del segretario della Lega, Matteo Salvini. “Una polemica del tutto inutile, senza senso”, il suo pensiero. E ancora: “Del viaggio di Salvini in Russia se ne fa un caso quando non c’è nessun caso da fare, tutte queste discussioni sono fuori posto, era un viaggio teso a dare una mano alla pace. L’ambasciata russa era intervenuta perché con l’Aeroflot c’erano somme in più da pagare, ma Salvini quando lo ha saputo ha restituito i soldi. Il caso è un caso che non esiste”

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