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Politica

Il doppio stipendio dello scandalo: ecco le carte che inchiodano l’ex commissario Arcuri

Published by
Daniele Magliocchetti

La relazione della Corte dei Conti sul bilancio 2020 della società controllata dal ministero dell’Economia fa scoppiare un altro caso

Un caso più che scottante e scandaloso che sta facendo arrossire in parecchio. Ricordate l’ex Commissario all’Emergenza Domenico Arcuri, colui che nel 2020 è stato impegnato per gran parte dell’anno nel ruolo di commissario straordinario per il Covid? Ebbene la Corte dei Conti nella relazione annuale ha tirato fuori alcune cose che fanno riflettere parecchio, considerato che, durante quel ruolo designato dall’allora premier Giuseppe Conte, si è visto aumentare lo stipendio dal consiglio di amministrazione di Invitalia, superando abbondantemente il milione di euro. La notizia, lanciata dal quotidiano La Verità, solleva il velo su uno dei misteri più oscuri di questi anni.

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Per tutto il 2020, Domenico Arcuri, come riporta La Verità, ha mantenuto il doppio incarico, pur essendo la sua attività quasi totalmente assorbita dalle funzioni governative di commissario Covid che come si ricorda sono state assai discusse tanto da provocare la sua sostituzione appena insediato il governo di Mario Draghi. Eppure in Invitalia le indennità fisse e variabili previste per la sua funzione da amministratore delegato sono salite dai 241 mila euro del 2019 ai 293.177 euro del 2020.

Le carte fanno venire fuori cifre sbalorditive per un dirigente che aveva due stipendi, ma per uno dei due non ha praticamente svolto alcuna attività lavorativa

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Ma non è tutto. Questa è solo la parte meno significativa dello “stipendio” incassato da Arcuri quell’anno. Perché come segnala la Corte dei Conti in nota a questa cifra va sommata quella a lui assegnata “per il rapporto di lavoro a tempo indeterminato di Direttore generale, pari a euro 450 mila di parte fissa e una retribuzione variabile nella misura annua del 60 per cento della retribuzione fissa“. Quindi il compenso complessivo da direttore generale è ammontato a 720 mila euro (450 mila di emolumento fisso e 270 mila di quota variabile) che sommato alle indennità da amministratore delegato fanno 1.013.177 euro

Sempre la Corte dei Conti annota però che a giugno 2020 il consiglio di amministrazione di Invitalia ha deliberato di assegnare ad Arcuriper il 2020 un ulteriore obiettivo, al conseguimento del quale gli può essere riconosciuto un importo aggiuntivo rispetto alla retribuzione variabile relativa sia al rapporto dirigenziale, sia al compenso annuo ex articolo 2389, comma 3 del codice civile, pari al 20 per cento della stessa retribuzione variabile, quindi fino a un massimo del 12 per cento di quella fissa”. In nota alla tabella sugli emolumenti i magistrati contabili scrivono che “il consiglio di amministrazione di Invitalia ha valutato positivamente il 1° giugno 2021 il raggiungimento degli obiettivi prefissati dal medesimo cda”, e quindi ad Arcuri dovrebbero essere stati erogati a premio ulteriori 54 mila euro anche come direttore generale.

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Daniele Magliocchetti