Con la situazione che si sta venendo a creare in Europa a causa del rialzo dell’inflazione, i rischi per il nostro Paese sono concreti e dietro l’angolo.
Sono sempre più i banchieri che in Europa accusano la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde di avere perso tempo e di non avere realizzato che i prezzi stessero andando fuori controllo, e ora questi chiedono con sempre più energia un irrigidimento della politica monetaria europea, ancora più forte rispetto a quello annunciato dalla Bce.
L’obiettivo dei “falchi” sarebbe cioè quello di un giro di vite sul modello della Federal Reserve statunitense, cioè di ritoccare i tassi per mezzo punto alla volta, e non basterebbero i 25 centesimi che propone la Lagarde. Ma le vittime diventerebbero quei Paesi dell’eurozona con i debiti maggiori. In soldoni, Grecia e Italia, rispettivamente a 193 e 150 per cento del Pil.
Senza contare che tra i due il debito italiano è in valori assoluti 7,5 volte quello greco. Già prima della guerra l’inflazione era in crescita, a causa del rincaro dell’energia, ma la speranza è che si trattasse di un problema momentaneo. Che cioè dopo la prima fiammata l’aumento si sarebbe fermato non sopra il 2 per cento annuo.
L’economia cioè avrebbe proseguito, secondo le previsioni di Lagarde, in maniera spedita, senza nemmeno pensare all’ipotesi della stagflazione, la combinazione di bassa crescita e forte aumento dei prezzi. Soltanto lo scorso marzo la Bce pensava che sul medio termine l’inflazione si sarebbe stabilizzata al 2 per cento, e non si vedevano “segnali di stagflazione”. Ma erano parole in controtendenza rispetto quanto diffondevano le altre istituzioni, sia pubbliche che private.
A maggio però l’inflazione in Europa ha superato l’8 per cento, ben quattro volte sopra le previsioni europee. Così si è dovuto dare atto alla situazione problematica che si stava profilando, annunciando il rialzo dei tassi e la riduzione degli interventi di quantitative easing. Le contestazioni di fronte alla decisione di Lagarde sono però estremamente pericolose per l’Italia. Come lo è anche l’alternativa, quella del rialzo dei tassi attuali, oppure dello spread.