La nota attrice ha deciso di sostenere la campagna del Mirror per mettere fine al commercio di pellicce nel Regno Unito
Kim Basinger, premio Oscar come miglior attrice per il film L.A. Confidential e, soprattutto, protagonista assoluta del film 9 settimane e 1/2, è scesa ancora una volta in campo sostenendo la campagna, portata avanti nel Regno Unito, contro le industrie di pellicce.
Non è la prima volta, infatti, che la star di Hollywood scende in campo per sostenere i diritti degli animali. Nel 1994 posò senza veli per sostenere lo slogan “Meglio nude che in pelliccia”, sottolineando quanto le pellicce non siano sinonimo di bellezza, ma soltanto di vanità, e che gli animali non stanno al mondo per essere usati e torturati dagli esseri umani.
Questa volta la Basinger ha sposato la campagna portata avanti dal quotidiano inglese Mirror, rivolgendo le sue parole direttamente al Primo Ministro britannico Boris Johnson, al quale ha chiesto di non essere un traditore degli animali: “Per favore, Boris, ascolta i britannici. Sii la voce di gran parte di loro e metti fine a queste sofferenze in nome della vanità e della cupidigia. Vuoi davvero permettere a quest’industria arcaica di andare avanti? Appartiene ad un’altra epoca”.
Alcuni anni fa anche sua figlia Ireland Basinger-Baldwin si spogliò per l’associazione contraria all’uso di pellicce animali, posando con il suo corpo coperto solo dalle parole “Meglio nuda che in pelliccia”. “Ho visto le immagini di quando mia madre ha girato questa campagna, ed era qualcosa che ero ispirata a fare” dichiarò la 22enne modella in un’intervista, “se non indossi il tuo cane, non dovresti mai indossare la pelliccia, poiché tutti gli animali sono uguali e meritano uguale rispetto e uguale compassione e amore”.
È lo stesso quesito morale che Kim Basinger ha rilanciato in questi giorni all’attenzione di Boris Johnson, chiedendo al Primo Ministro di immaginare il suo cane Dilyn chiuso in una gabbia e di avere dunque compassione per tutti gli esemplari destinati ad essere uccisi dall’industria della moda, perché nel mondo non sembra essere cambiato più di tanto l’atteggiamento nei confronti degli animali da pelliccia.