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Politica

L’Oms boccia le misure anti-Covid nelle scuole

Published by
Daniele Magliocchetti

L’agenzia Onu denuncia le ricadute sociali e psicologiche della serrata degli istituti durante la pandemia L’Italia, con 38 settimane, è tra i Paesi con lo stop più lungo

Una scelta che fa discutere. L’Oms non ha mai smesso di dirlo, ovvero che il Covid-19 ha creato la più grande interruzione dei sistemi educativi della storia, colpendo quasi 1,6 miliardi di studenti in più di 190 Paesi. Le scuole non sono state chiuse solo in pochissimi Stati, in ogni parte del mondo si sono decise sospensioni delle lezioni più o meno lunghe, fino a più di un anno. Per l’Italia sono state conteggiate 38 settimane di chiusura scolastica, come in Germania, 15 settimane in Spagna, in Francia 12, 24 in Svezia e Portogallo, 43 settimane in Polonia. Oggi, nonostante la variante Omicron, le scuole sono aperte quasi ovunque, supportate da protocolli di salute e sicurezza e programmi di vaccinazione.

mascherine nelle scuole – ansa foto

Le misure adottate per arginare l’epidemia stanno avendo un profondo effetto sulla salute e sul benessere dei giovani, sottolinea il quotidiano La Verità che potranno subire conseguenze per diversi anni. Basta solo guardare che cosa sta capitando ai più piccoli sul fronte apprendimento. Bambini che hanno problemi a terminare i compiti, a ripetere ad alta voce un concetto appreso durante le lezioni, allievi che non riescono ad avere momenti di socialità insieme. La preside dell’Istituto comprensivo Giovan Battista Valente di Roma, Rosamaria Lauricella, ha fatto riferimento a “vuoti didattici” per risolvere i quali “è necessario prima colmare i danni emotivi provocati dalla pandemia“.

Danni didattici e psicologici, ma anche a livello di alimentazione

(Ansa)

Per capire la portata dell’impatto della pandemia su questa generazione, basta prendere in considerazione la scuola secondaria di primo grado, dove più di mezzo milione di studenti che frequentano oggi la terza media non ha mai vissuto pienamente gli ambienti di apprendimento che la scuola offre: si sono destreggiati tra dad, did, quarantene, non potendo, in molti casi, neanche fare una vera e propria ricreazione con gli altri studenti, partire in gita, partecipare alle feste e alle attività extracurriculari che consentono di conoscersi ancora di più e meglio, anche al di fuori dell’orario scolastico», denunciava a febbraio Raffaela Milano di Save the Children.

L’emergenza Covid-19 ha segnato la prima elementare di 1,5 milioni di alunni, il primo anno delle medie di 1,6 milioni di studenti e l’ingresso alle superiori di 1,7 milioni di ragazzi. “Il disturbo prevalente, al momento, è il disturbo dell’apprendimento“, segnalava sempre a febbraio la psicopedagogista Fiorenza Ricciardi, responsabile del progetto zero 17 Fatebenefratelli. L’Oms ricorda che la scuola fornisce l’apprendimento essenziale e quando le scuole chiudono, i bambini e i giovani sono privati delle opportunità di crescita e sviluppo. Non secondaria è la questione alimentazione sana e gratuita, la cui fornitura si interrompe con la sospensione delle lezioni e ne consegue un grave danno nutrizionale per molti. Lontano da scuola, bambini e giovani perdono il contatto sociale, essenziale per l’apprendimento e lo sviluppo, mentre i genitori vengono caricati del compito non facile di seguirli nell’apprendimento. “Le interruzioni delle valutazioni provocano stress per gli studenti e le loro famiglie e possono innescare il disimpegno“, avverte l’Oms. Si è già verificato più volte, nei due anni di pandemia, i giovani purtroppo pagheranno le conseguenze proprio nei prossimi esami.

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Daniele Magliocchetti