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Politica

La stampa tedesca attacca di nuovo l’Italia. Sotto accusa il neo sindaco di Palermo

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Benedetto Guardini

Nel mirino della Süddeutsche Zeitung finiscono la vittoria del centrodestra a Palermo e il nuovo primo cittadino del capoluogo siciliano

La famosa copertina dello Spiegel contro l’Italia (screenshot Notizie.com)

Nuovo, durissimo, attacco della stampa tedesca nei confronti dell’Italia. Dopo la famosa copertina del Der Spiegel con il piatto di spaghetti conditi con una pistola P38 per raccontare le “vacanze italiane” o la definizione dell’Italia quale “principale fronte di preoccupazione dell’Europa” del Frankfurter Allgemeine, solo per citare alcuni esempi, dalla Germania continuano le accuse nei riguardi del Bel Paese, meta preferita delle vacanza di Angela Merkel. Questa volta sono state le elezioni amministrative e nel particolare l’esito elettorale di Palermo dove il candidato del centrodestra, Roberto Lagalla, è stato eletto sindaco al primo turno dai suo concittadini.

Nel mirino il neo sindaco di Palermo Lagalla

Palermo: Lagalla, no a voti mafia senza se e senza ma (foto ANSA)

Tra i quotidiani tedeschi che hanno deciso di dedicare ampio spazio al risultato c’è stato la Süddeutsche Zeitung, storica testata tedesca con base a Monaco di Baviera che in passato aveva raffigurato l’Italia come una persona agonizzante nelle mani del dottor Peste (Di Maio) e del dottor Colera (Salvini). Il quotidiano ha scelto di dedicare l’apertura del giornale di martedì 14 giugno all’esito del voto amministrativo italiano. La prima pagina si apre con una grande veduta dall’alto di Palermo, uno dei quattro capoluoghi di Regione andati al voto in questa tornata amministrativa. Competizione che ha visto affermarsi con il 47,6% Roberto Lagalla, professore universitario, ex rettore dell’Università di Palermo e assessore regionale all’Istruzione e formazione nella Giunta Musumeci fino alla candidatura come sindaco di Palermo. Sconfitto il candidato di Pd e M5S Franco Miceli, architetto ma con un passato da segretario palermitano del Pci negli anni novanta. Miceli, che si è fermato al 29,55%, non è riuscito ad impedire la vittoria del centrodestra e la fine dell’era del sindaco Pd Leoluca Orlando.

L’accusa del quotidiano tedesco: “la mafia vive”

La prima pagina della Suddeutsche Zeitung contro l’Italia (screenshot Notizie.com)

Il risultato sancito dal popolo di Palermo non deve essere piaciuto alla Süddeutsche Zeitung che, attraverso un lungo reportage firmato dal corrispondente in Italia Oliver Meiler, è andata oltre la cronaca e i pareri politici. Lo si evince neanche troppo celatamente dal titolo: “La mafia vive”. Altrettanto duro il sommario, nel quale la testata sottolinea che “il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha lottato 37 anni contro Cosa nostra”, ma che lo stesso impegno contro la criminalità organizzata “dal suo successore non ce lo si deve aspettare”. Dunque, un attacco preventivo sull’azione del centrodestra e accuse precise nei confronti del neo sindaco di Palermo.

Pregiudizi e luoghi comuni sugli italiani

L’ex sindaco di Palermo Leoluca Orlando (foto Ansa)

Una posizione ribadita anche all’interno del pezzo, nel quale Miller ripercorre la giornata del voto (tra il caos seggi, il forfait dei presidenti e i festeggiamenti per la vittoria della squadra di calcio) e tesse le lodi dell’amministrazione guidata da Orlando, che a suo giudizio avrebbe “riportato al popolo qualcosa di prezioso: la fede nella giustizia”. Lapidario il parere del giornalista della Süddeutsche Zeitung nei confronti di Lagalla: “Ora è stato eletto il suo successore (di Orlando, ndr). E la mafia? Non riesce a credere alla sua fortuna”, annota. Miller si chiede infine se il neo primo cittadino parteciperà o meno al trentennale per la strage di via d’Amelio, che cade il prossimo 19 luglio. Più che un reportage di cronaca un sunto dei migliori pregiudizi e preconcetti verso gli italiani e in particolare verso i siciliani, con buona pace per la deontologia professionale che evidentemente in Italia per i giornalisti è molto diversa da quella che vige in Germania. E si vede.

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Benedetto Guardini