La+madre+indaga+e+scopre+l%26%238217%3Binganno%3A+sua+figlia+adescata+da+un+finto+calciatore+sui+social
notiziecom
/2022/06/16/finto-calciatore-violenze-molestie-minorenni-internet/amp/
Cronaca

La madre indaga e scopre l’inganno: sua figlia adescata da un finto calciatore sui social

Published by
Carlo Roscito

Diceva di essere di Milano, ma di vivere a Roma come giocatore del settore giovanile della Lazio. L’uomo invece era un imprenditore di 49 anni del novarese ed è stato condannato. Chiedeva alle minorenni foto e video di intimità.  

Faceva finta di essere un calciatore e chiedeva a ragazze minorenni di inviargli foto e video di intimità. Un inganno social che lo ha portato alla condanna in rito abbreviato a 6 anni e 2 mesi, più 40mila euro di multa per violenza sessuale, aggravata dalla sostituzione di persona, detenzione di materiale personale pedopornografico e pornografia minorile.

L’uomo, un imprenditore di 49 anni, faceva finta di essere un calciatore 16enne e chiedeva a ragazze minorenni di inviargli foto e video di intimità. Condannato a 6 anni e 2 mesi, più 40mila euro di multa (Pixabay)

L’uomo si faceva chiamare “Manuel Bello” e diceva di militare nelle giovanili della Lazio nonostante fosse nato a Milano. Contattava sui social ragazzine dai 12 ai 16 anni chiedendo materiale esplicito. In realtà era un’identità falsa e dietro si nascondeva Giancarlo Lo Nardo, 49 anni, imprenditore di Trecate nel novarese. La denuncia è stata presentata lo scorso anno alla polizia postale di Foggia.

Il piano del finto giocatore per adescare le minorenni

La segnalazione alla polizia postale tramite una mamma che si è accorta di alcune foto mandate dalla figlia al finto calciatore grazie a un cloud collegato all’account di famiglia (Ansa Foto)

A far partire le indagini, come riportato da La Stampa, ci ha pensato la madre di una dodicenne che si è accorta di foto e video inviati dalla figlia a un presunto fidanzato virtuale conosciuto sui social grazie a un cloud collegato a un account di famiglia. L’uomo aveva raccontato di avere 16 anni e di vivere a Roma poiché facente parte del settore giovanile della Lazio. La dodicenne aveva parlato anche al telefono con l’allenatore, che nient’altro era che l’imprenditore stesso. Almeno quattro le adolescenti adescate e rintracciate residenti in Puglia, Lazio, Veneto e Lombardia. Il modus operandi era sempre lo stesso.

Published by
Carlo Roscito