Giustizia, la Lega continua lo scontro al Senato: traballa il governo?

Sulla giustizia, nonostante la batosta al Referendum, la Lega non cede e punta sul voto segreto per abbattere il governo sulla riforma del Csm. Tuttavia, anche in quel caso non si mette bene. 

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(Ansa)

Al Senato il partito di Salvini non ha infatti rinunciato agli emendamenti alla Riforma Cartabia, provando fino all’ultimo a fare passare le modifiche da loro proposte ma già bocciate dalla maggioranza in commissione Giustizia. Ma il rischio di trovare anche lì un muro è molto alto, visto che l’ultima mediazione non ha prodotto passi in avanti e ora si andrà in aula senza alcuna intesa sulle proposte leghiste. Nel mentre, il governo scricchiola e ogni movimento può significarne una rovinosa caduta.

Gli emendamenti proposti dalla Lega e il caos al Senato

Gli emendamenti leghisti non hanno passato il primo esame di Palazzo Madama, dove ora si ritornerà per il via libera finale, ma senza la fiducia e soprattutto in un clima particolarmente teso, con la Lega che mantiene la barra fritta e non indietreggia, continuando a sostenere la causa di una “riforma della giustizia vera e incisiva”, che “è quanto serve al paese oggi più che mai”- 

Quello che però di fatto viene messo in scena è un vero e proprio scontro tra Lega e il governo di cui fa pur parte, con l’esecutivo che bolla negativamente tutti gli emendamenti firmati dal Carroccio, facendo riaccendere lo scontro tra Salvini e Letta fino alle scintille. “Se gli altri partiti vogliono una giustizia politicizzata voteranno contro gli emendamenti della Lega”, tuona Salvini.

Subito arriva la replica di Letta dal Nazareno. “Fare ostruzionismo sulla riforma della giustizia è minare le basi della convivenza stessa di questo governo”, risponde a Salvini il segretario del Pd. La richiesta di voto segreto avanzata dalla Lega su un emendamento che riprende il quesito referendario suona così come il primo vero tentativo di insediare il governo dall’interno.

Fratelli d’Italia non partecipa al voto, seppure la posizione di Meloni sia critica sul testo Cartabia, mentre i renziani si astengono e anche Forza Italia ritira gli emendamenti, portando a casa la promessa mantenuta dal premier Draghi di non mettere la fiducia sul testo. Ma l’aria è tesa e ogni scossa può provocare una caduta senza ritorno.

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