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Politica

La scrittrice Alberti massacra la sinistra: “Manca passione, Meloni ci crede”

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Francesco Gnagni

L’ammissione della scrittrice di sinistra riguardante la crescita della destra di Fratelli d’Italia dovuta anche al carisma del leader Giorgia Meloni. Mentre su  perbenismo di facciata della sinistra stessa e sull’appoggio all’utero in affitto ci va giù pesante. 

(Ansa)

Intervistata da Libero, la scrittrice Barbara Alberti, trentasei libri all’attivo conditi da una vita da pasionaria a sinistra, smonta il velo dell’ipocrisia e dice apertamente quello che pensa sull’attualità della sinistra e anche su Giorgia Meloni, l’unica leader donna in Italia a capo, per paradosso, di un partito che non fa di certo del femminismo spicciolo la sua bandiera. Ma che anzi si rifà a quei valori tradizionali che lo stesso femminismo di sinistra da sempre avversa come nemico numero uno.

Il cuore di Giorgia Meloni contro la flemma

In questi giorni però accade anche che, tristemente, sono stati molti gli insulti partiti da sedicenti femministe e diretti a Giorgia Meloni. “A me, che sono di sinistra, preoccupa la crescita della destra e mi duole enormemente l’assenza della sinistra”, premette la Alberti. Un assenza dovuta anche alla mancanza di passione politica. “Ci sono tante brave persone ma non vedo nessuno che abbia la passione e la convinzione di un Berlinguer“, ammette Alberti, specificando che “la crescita della destra è dovuta alla morte della sinistra”.

Il punto è nel cuore di Giorgia Meloni rispetto alla flemmaticità degli esponenti di sinistra. “Non condivido nulla di quello che dice la Meloni ma riconosco che crede in ciò che dice”, afferma a Libero, senza condannare nessuno della sua parte politica ma dispiacendosi per le nuove generazioni che vivono in un mondo in cui la sinistra non ha più ideali da portare avanti, se non quelli legati a un “perbenismo di facciata che rende inutili gli omaggi alle donne”.

Ad esempio, una delle battaglie su cui Alberti tuona è quella contro l’utero in affitto. “Trovo agghiacciante che la sinistra appoggi e consideri libertario che un ricco possa inseminare una povera per risparmiarsi il disturbo di fare un figlio. Nessuna schiavitù, forse solo quella dei neri americani, era come questa“, tuona letteralmente la scrittrice. “Un figlio deve essere frutto di un rapporto affettivo, non di un accordo economico. Una sinistra che appoggia l’utero in affitto ha perso il diritto a chiamarsi sinistra”.

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Francesco Gnagni