Non è un’offesa, sia chiaro. È semplicemente il modo in cui si autodefinisce la stessa compagnia italiana che sta spopolando da anni a Milano e che adesso sta conquistando anche la Capitale. Burgez apre un nuovo store dopo quello di via Candia
“Mangiare Burgez nuoce gravemente alla salute”. Se lo dicono da soli, così come sottolineano che il loro sia l’hamburger più schifoso d’Italia. Ma è solo parte della loro strategia comunicativa di marketing, quella che ha consentito un vero e proprio boom negli ultimi anni di questo fenomeno ristorativo. Burgez è la risposta italiana alle varie compagnie di fast food come McDonald’s, KFC o Burger King, e il risultato è stato sin da subito un successo a Milano, dove già adesso ci sono ben 8 store.
Complessivamente, fino a pochi giorni fa, erano 19 sparsi in tutto lo Stivale, visto che ce ne sono anche a Napoli, Torino, Monza, Bergamo, Como, Brescia, Genova, Firenze, Bologna, Verona e Roma, ed è proprio nella Capitale che adesso che il fast food “più irriverente, schifoso e famoso d’Italia” ha appena aperto il suo secondo punto vendita.
Dopo il primo di Via Candia 6, la scorsa settimana è arrivato anche il secondo (il 20esimo complessivo) in Via Catania 94. Hanno colpito nel segno anche nella Capitale, insomma, con il loro mix tra le bontà tipiche della cucina statunitense e il marketing dissacrante che sta facendo scuola, con tanto di tesi universitarie al riguardo e pubblicazioni editoriali. Basti pensare al successo ottenuto dal libro (edito da Mondadori) scritto dal suo fondatore e CEO Simone Ciaruffoli, insieme alla co-fondatrice Martina Valentini, cioè “Il Vangelo secondo Burgez”. In questo viene raccontata la storia che ha portato al successo il brand italiano, celebre anche per il suo rapporto con i clienti. Che infatti in questo caso non hanno sempre ragione, ce l’hanno solo se ce l’hanno davvero. E se si comportano da maleducati, vengono trattati con la stessa maleducazione, come si può vedere dalle celebri campagne marketing del fast food con l’hamburger più schifoso d’Italia.