I segreti di Putin per rendere inutili le sanzioni e diventare più forte

Le sanzioni hanno portato problemi all’economia russa? A giudicare dagli ultimi eventi sembra di no. Ecco come Putin ha sputo rispondere

C’era una volta un’Europa convinta di distruggere la Russia attraverso le sanzioni. Sicura di colpire Mosca nel cuore della sua economia e di costringerla alla resa indebolendola sul piano finanziario. Ma rispetto alle previsioni, Putin sta controllando la situazione senza troppi patemi. Anzi, attraverso accordi e risorse, sta rispondendo colpo su colpo.

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Vladimir Putin (Ansa Foto)

Gli accordi con la Cina

Il primo obiettivo dell’Europa era isolare Mosca, costringendola alla resa. Ma attraverso accordi economici e politici, Putin si è garantito un quadro completamente diverso. Innanzitutto ha rafforzato i rapporti politici e commerciali con la Cina. Gazprom ha aumentato le sue forniture alla Cina del 67,5% nei primi 5 mesi di quest’anno. Lo ha detto l’ad della compagnia, Aleksej Miller, che ha poi lanciato un monito beffardo verso l’Europa: “La Russia garantirà “forniture stabili agli amici” di Mosca. Sempre con la Cina è stato firmato un importante accordo per la vendita di Petrolio.

La Russia sta accumulando valanghe di soldi dalla Cina e dall’India mantenendosi in piedi ed evitando il default. Come? Innanzitutto attraverso la vendita del petrolio. Putin lo sta vendendo ai due Paesi a prezzi super scontati: 30 dollari al barile. Molto meno rispetto agli accordi con gli stati europei. Uno stratagemma che consente a Mosca di mantenere alta la sua valuta e di essere molto più in salute di quanto l’Occidente non si aspettasse. Teoricamente l’occidente potrebbe varare sanzioni anche contro la Cina e l’India che stanno aiutando la Russia, ma questa via appare troppo poco difficoltosa e concretamente non praticabile.

Rublo alle stelle

Sempre attraverso il pagamento delle sue forniture, la Russia riesce a resistere e a rinforzarsi. Il rublo è arrivato a toccare una quotazione mai vista fino a poco tempo fa, grazie alla decisione (alla quale diversi Stati sono stati obbligati a sottostare) di farsi pagare il gas in rubli. Nazionalizzare alcuni marchi (l’ultimo episodio c’è stato nel corso del weekend, quando è stata lanciata la prima catena di fast-food russa, sul modello di Mc Donald’s) ha poi permesso all’economia di fare un ulteriore passo avanti, senza dimenticare l’importanza delle materie prime (delle quali la Russia è ricchissima) e che Putin ha minacciato di bloccare. Cosa succederà in caso di stretta del grano? 

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