In un editoriale pubblicato su Chi, l’iconico conduttore televisivo Alfonso Signorini parla della sua vita prima del coming out.
Alfonso Signorini è un icona del mondo LBGT+, nonché un grande professionista, amato dal pubblico del piccolo schermo a causa dei suoi commenti piccati e delle sue osservazioni illuminanti. In un lungo editoriale pubblicato su Chi, il conduttore televisivo ha parlato della sua “vita parallela” prima del coming out. Scopriamo qual è stata la sua esperienza.
“Se penso a me bambino, mi guardo con tanta tenerezza. Un bambino in prigione. Guardavo le bambole di mia sorella, le pettinavo di nascosto, ma l’orecchio era sempre vigile: appena sentivo i passi della mamma e del papà avvicinarsi alla mia cameretta, ritornavo a giocare con le macchinine o il Fort Alamo pieno di cowboy e indiani Apaches”. Questo l’incipit dell’editoriale del conduttore televisivo 58enne.
L’editoriale di Alfonso Signorini continua, con la personalità televisiva che ripercorre alcune tappe della sua infanzia. “Guardavo i cartoni animati di Walt Disney: avrò rivisto, non esagero, migliaia di volte la scena in cui la Fata Smemorina agghinda Cenerentola per il ballo al castello del suo Principe azzurro – dichiara Alfonso – A Carnevale scelsi proprio quel costume, da Principe azzurro, mentre tutti i miei compagni erano vestiti da Zorro o da cowboy. Crescendo sentivo dentro di me che avrei passato il resto della mia vita a nascondermi. Mi facevano compagnia solo gli eroi del mondo antico, quel mondo dove gli uomini erano amici tra loro e dividevano la vita senza doversene vergognare”.
Il conduttore televisivo parla anche del complicato rapporto che aveva con i ragazzi e le ragazze della sua età, in gioventù. “Per anni, per sentirmi meno isolato e più integrato, ho fatto quel che non avrei mai voluto fare. Ho imparato a dire parolacce, perché così facevano i maschi del mio quartiere, ho portato le ragazze in camporella e me ne sono pure vantato con gli amici. Ma per me sognavo altro, guardavo sottocchio i compagni più carini, quelli che avevano dietro di loro un codazzo di ragazze, e abbassavo immediatamente gli occhi, quando i nostri sguardi si incrociavano nel timore che qualcuno di loro se ne accorgesse”.
In seguito, la dolorosa confessione di Alfonso Signorini: “Per anni ho vissuto una vita parallela, nascosta, oscura. Mi sentivo fuori posto ovunque e vivevo nel terrore di essere scoperto, sentivo ovunque i passi intorno a me. Non erano più quelli dei miei genitori, erano quelli di chi mi avrebbe giudicato”. Una difficile situazione, quella vissuta dal conduttore, prima di riuscire finalmente a liberarsi dal peso del giudizio.