Un altro bonus in busta paga per i cittadini italiani? In teoria sì, anche se bisogna valutare bene chi può ricevere il tutto e chi no.
Negli ultimi giorni è partita quella dei 200 euro: a riceverli per primi saranno i pensionati, subito dopo toccherà ai lavoratori dipendenti.
In questo momento il governo sta lavorando su come riconoscere un altro tipo di liquidità agli italiani, per il semplice fatto che il caro prezzi non intende affatto ad abbassarsi. Nuove direttive verranno prese con quello che dovrebbe essere il nuovo decreto di luglio: oltre a mettere mano sugli stipendi, si farà in modo di limitare almeno l’aumento delle bollette e dei carburanti che hanno fatto infuriare non poco i cittadini.
A rivelare il tutto ci ha pensato direttamente il sito ‘Money.it‘. In merito alla situazione degli stipendi, con questo provvedimento dovrebbe essere approvato un taglio del cuneo fiscale (ovvero l’insieme delle imposte e dei contributi che aziende e lavoratori pagano sullo stipendio). In questo modo aumenterà la retribuzione netta a parità di lordo. Più si riduce il cuneo fiscale e più diminuisce la differenza che c’è sia tra il lordo che il netto.
Adesso, però, arriviamo alla questione che più interessa tutti: chi potrà ricevere questo bonus? In merito a questa domanda, però, dobbiamo ancora andare con ordine e svelare alcune cose importanti. Questo nuovo taglio potrebbe esserci per le ultime quattro buste paga dell’anno, ovvero dal mese di settembre fino ad arrivare a quello di dicembre. Il tutto con una percentuale del 4% con i lavoratori che andranno a guadagnare dai 50 fino ai 75 euro netti in più al mese. Assolutamente da non buttare.
Una ulteriore aggiunta che va dai 200 ai 275 euro. Anche se questa misura potrebbe riguardare solamente a coloro che stanno già godendo del bonus contributi, ovvero quelli che hanno un reddito da lavoro dipendente lordo che non supera i 35mila euro. Per lo Stato si tratterebbe di una spesa che si avvicina ai 2,5 miliardi di euro. Le novità, però, non sono affatto finite qui visto che per il prossimo anno si penserà a come ridurre il costo del lavoro in Italia. Questa volta in maniera definitiva.