Erano esperti, ma si sono intrecciati appena lanciati. I soccorsi hanno tentato di salvarli ma non c’è stato niente da fare
Una tragedia che ha colpito. Un incidente mortale che nessuno si aspettava, anche perché le due persone che sono rimaste uccise erano due paracadutisti esperti, di quelli che quando si lanciano controllano tutto e non si lasciano scappare niente, ma questa volta ci si è messa di mezzo la fortuna e il caso. E non c’è stato proprio niente da fare. La tragedia è avvenuta a Campovolo di Reggio. Due paracadutisti uno sui 35 anni, l’altro di poco più di 50 anni, hanno perso la vita cadendo al suolo da un’altezza di una cinquantina di metri.
Stando a quanto emerso, i due, con centinaia di lanci alle spalle, avrebbero avuto una collisione a volo aperto, qualche minuto dopo che si erano lanciati, si sono scontrati col paracadute aperto e i fili dei loro paracaduti si sarebbero intrecciati senza che entrambi potessero farci nulla, determinando, così, la loro caduta al suolo. Hanno provato a divincolarsi ma ormai i paracaduti erano completamente uno sull’altro e non si potevano più slegare per quanto erano legati.
Un dramma vero e proprio, almeno a sentire il racconto di alcuni testimoni che poi erano gli amici che li stavano aspettando a terra. Per loro è stato un tormento seguire quanto stava accadendo in cielo. Nonostante i tentativi dei soccorritori per i due paracadutisti non c’è stato nulla da fare. Stando a quanto ricostruito i due si sarebbero scontrati in fase di volo aperto ad un’altezza di un centinaio di metri: in seguito alla collisione i loro paracadute, durante la discesa, si sarebbero intrecciati determinando la caduta al suolo da una cinquantina di metri.
Solitamente i lanci con il paracadute prevedono la costituzione di una formazione intorno ai 1.200 metri, poi ad un’altezza di 900 metri i paracadutisti si separano, proseguendo la loro discesa singolarmente, in modalità definita di volo aperto, fino a toccare terra