L’uomo era sopravvissuto all’attentato a Manchester: ora una impresa incredibile con una scalata in sedia a rotelle.
Quella di Martin è una rivincita. Una storia che è esempio di forza di volontà, di spirito da combattente e soprattutto della voglia di non mollare.
Da quel 22 maggio del 2017 la sua vita è infatti drasticamente cambiata. Martin Hibbert era al concerto di Ariana Grande a Manchester con la figlia Eve quando l’esplosione provocata da un kamikaze li colpì in pieno. Fu portato in ospedale in condizioni delicate, e anche la figlia 14enne era gravemente ferita. All’uomo fu diagnosticata una lesione irreversibile alla colonna vertebrale che lo ha costretto su una sedia a rotelle.
In quel tragico attentato persero la vita 22 persone, e fra i tanti feriti c’era anche Martin Hibbert. La sua storia però è un esempio di forza e riscatto, e a raccontarla è stato lui stesso. “Dovevo dare un senso al fatto di essere un sopravvissuto – ha affermato –, e sentirmi utile a qualcosa”.
Non è stata la condizione fisica a spingerlo, ma una domanda precisa che risuona quotidianamente nella testa di chi sopravvive ad un attentato così grave. “La cosa contro cui ho lottato maggiormente non era il non poter camminare – ha osservato l’uomo – bensì una domanda lancinante. Perché io? Perché tutti quelli che erano accanto a me sono morti mentre io no”.
Martin Hibbert ha affermato di voler dare un senso all’essere sopravvissuto all’attentato, e la sua storia è diventata virale sui social. L’uomo, grazie all’aiuto di alcuni amici e di due infermiere, è partito con una sedia a rotelle speciale per scalare il Kilimangiaro. Ha impiegato 5 giorni, ad un ritmo di 12-14 ore al giorno, ed è arrivato in vetta. L’impresa è dedicata alla figlia, e Martin Hibbert aveva una foto ben custodita durante la scalata. “Lei è la mia principessa. Quando anche lei scalerà la sua montagna e tornerà a camminare sarà d’ispirazione a tutto il mondo”.