Ilaria Solazzo, giornalista pubblicista e blogger, ha intervistato per Notizie.com, lo scrittore Raffaele Di Leva autore del libro “Gli incontri del destino” edito da Viola editrice
Cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera di scrittore?
“Mi sono lanciato in questa avventura editoriale con lo spirito e l’entusiasmo di un ragazzino, consapevole del salto nel vuoto che stavo per intraprendere nel ruolo di scrittore “esordiente”. Infatti, nella vita di tutti i giorni lavoro come analista programmatore e sviluppatore informatico, mentre a livello universitario mi sono laureato in Ingegneria Aerospaziale e Astronautica presso la “Federico II” di Napoli, dove sono ambientate diverse scene tra i protagonisti Chiara Rossi e Marco Di Nazzaro, ingegneri aerospaziali come me.
È sempre stato un sogno nel cassetto e, al tal proposito, ringrazio Valentina Succi, Simona Tuliozzi e tutto lo Staff di Viola Editrice per aver creduto in me e per avermi condotto per mano alla sua realizzazione“.
Hai delle abitudini particolari durante la scrittura?
“Sono dell’idea di scrivere in tutte le occasioni in cui si è particolarmente ispirati, evitando invece quelle volte in cui si è abbastanza stanchi per le fatiche del quotidiano o impegnati in altri ambiti. L’arte della scrittura presuppone concentrazione, ispirazione, lasciarsi guidare dalla trama, dalla descrizione dei personaggi e dei luoghi in cui sono ambientate le vicende. Nulla va forzato, ma ogni passo narrativo ha i suoi tempi e i suoi sviluppi e, in particolare, occorrerebbe evitare di giungere a delle conclusioni affrettate o lasciarsi prendere dalla smania di voler concludere il tutto quanto prima”.
Quale messaggio hai voluto lanciare con il libro “Gli incontri del destino”?
“Ho descritto una romantica storia d’amore in tutte le sue particolari e infinite sfaccettature, vissuta giorno dopo giorno tra alti e bassi, tra limiti, incertezze e delusioni sentimentali da una parte, e piccole conquiste personali e traguardi, raggiunti dall’altra.
Inoltre, emergono tanti altri temi di natura sociale, tra cui l’amicizia, la famiglia, la religione”.
Come mai tanti di noi affidano la propria vita al destino?
“Nel romanzo spicca il ruolo assunto dalla ruota del destino, che cambia le carte in tavola quando si è certi di avere le risposte a ogni domanda della vita e, per tale motivo, c’è una perenne lotta tra il destino e l’amore inteso come forza motrice dell’universo.
Sul ruolo del destino all’interno della vita di ognuno di noi, mi viene in mente il film “Serendipity”, citato nel romanzo, dove la protagonista Sara sostiene che “il destino ci invia dei piccoli segni e, dalla capacità di leggerli, dipende la nostra felicità”. Nel romanzo ci saranno non pochi segni inviati dal destino, quasi a stuzzicare il lettore a prendere nota di volta in volta“.
Mentre scrivevi il tuo libro avevi già in mente tutta la storia?
“Sì, il romanzo si è scritto letteralmente da sé. Già avevo in mente tutta la trama, dall’inizio alla fine, trattandosi di una storia d’amore che avrei voluto vivere e che non ho vissuto. Era presente ogni scena nella mia mente sin da subito e la parte più complessa è stata quella di mettere nero su bianco, tramutare le idee nell’intera struttura narrativa, lasciandomi affascinare, coinvolgere e trasportare dall’arte del romanzare“.
Qual è il libro più bello che sia mai stato scritto fino ad oggi?
“Restando in ambito amoroso, credo “Romeo e Giulietta” di William Shakespeare dove l’Amore, visto con la A maiuscola, vince davvero su tutto e su tutti, sulle convenzioni e sulle convinzioni sociali, culturali, etiche e religiose dell’epoca in cui è ambientata l’intera narrazione. Un capolavoro“.
Come hai scoperto la passione per la scrittura? Come l’hai coltivata?
“La passione per la scrittura è nata da bambino, è cresciuta durante tutto il periodo scolastico grazie a degli ottimi insegnanti, a partire dalle scuole elementari, e si è affinata nel corso dell’ultimo anno della maturità liceale per mezzo di un illustre professore di Lettere. Durante il percorso universitario e lavorativo, ho continuato a coltivare la mia passione per l’ambito letterario, recensendo qualche libro sul sito della Feltrinelli, tra cui “Il Piccolo Principe” e “Colazione da Tiffany”, o pubblicando sui social qualche mio pensiero un po’ più profondo sull’amore. Tuttavia, una cosa è recensire un libro o scrivere una decina di righe sui social, un’altra cosa è romanzare, creare una storia, curare i minimi dettagli delle descrizioni e dei dialoghi, entrare nel merito delle vicende narrative“.
Com’è cambiata la tua vita scrivendo?
“Essendo uno scrittore alle prime armi, la vita privata e quella pubblica non hanno subito grandi stravolgimenti; tuttavia, ho avuto modo di essere contattato da persone, che non conoscevo prima della pubblicazione del romanzo, le quali hanno acquistato fisicamente “Gli incontri del destino”, mediante un passaparola da altri amici, ed è stato emozionante scambiare delle opinioni con loro sulla trama“.
Che sensazione si prova dopo aver scritto un libro?
“Con la pubblicazione del romanzo “Gli incontri del destino” si è realizzato un sogno del cassetto in cui speravo da una vita intera. È una di quelle sensazioni che non riesci a descrivere nella sua interezza e pienezza. Il giorno più emozionante tra tutti è stato quello in cui ho stretto in mano le prime copie cartacee del romanzo e ho annunciato in giro e sui social l’uscita ufficiale de “Gli incontri del destino” sugli store online e in libreria. È stato fantastico digitare il mio nome nei motori di ricerca e veder comparire il mio romanzo rosa. Subito dopo l’annuncio ufficiale, sono stato sommerso da telefonate, messaggi, complimenti perché, in fondo, ero riuscito a mantenere l’effetto sorpresa con tante persone, le quali non erano a conoscenza di questa mia passione“.
Sei già in attivo con la stesura di un nuovo manoscritto?
“Quando scrissi “Gli incontri del destino”, pensai inevitabilmente ad una sorta di “unicum” letterario da parte mia con il mondo editoriale. Tuttavia, attraverso l’incoraggiamento e l’affetto di qualche lettore, ho deciso di rimettermi in gioco e di scrivere un secondo romanzo rosa, ambientato sempre nel mio quartiere di Fuorigrotta e in giro per Napoli e con dei protagonisti che non saranno più degli ingegneri aerospaziali, ma che apparterranno a due mondi diversi che si compenetrano uno nell’altro. Mi sto dedicando pian piano alla stesura di questo secondo manoscritto, animato dalla voglia e dalla speranza di dare presto alla luce una seconda creatura editoriale“.
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