Catania, omicidio Elena: le terribili parole rilasciate dalla madre

Catania, omicidio Elena Del Pozzo: arrivano le prime parole rilasciate dalla madre, Martina Patti, al giudice che la sta interrogando per via dell’uccisione nei confronti della figlia

Le prime parole della madre omicida
Martina Patti, la madre omicida (Ansa Foto)

Arrivano terribili ed inquietanti novità per quanto riguarda la vicenda che ha visto vittima Elena Del Pozzo, la bambina di quasi cinque anni uccisa dalla madre una settimana fa a Catania. In un primo momento si era parlato di rapimento, ma tutto questo non si è mai verificato visto che la donna aveva inscenato tutto. Martina Patti continua a rimanere in carcere e viene sorvegliata per tutto il tempo dalla polizia penitenziaria. Il rischio che possa commettere qualche gesto estremo è molto alto. Così come lo è il fatto che altre detenute possono farle qualcosa.

Non è finita qui visto che, secondo quanto riporta sia il ‘Corriere della Sera‘ che ‘La Sicilia‘, la donna avrebbe rilasciato altre terribili testimonianze al gip della città siciliana, Daniela Monaco Crea. Una volta aver prelevato la figlia dall’asilo l’ha portata in questo campo ed ha iniziato a farle del male. “Non ricordo bene, perché ero girata e non volevo guardare“. Secondo lo stesso giudice l’indagata è una persona lucida e che, se non fosse stata arrestata, poteva darsi alla fuga.

Queste sono le parole rilasciate dai quotidiani: “La madre deve essere stata necessariamente nel pieno delle sue facoltà, trovandosi in condizioni fisiche e psichiche idonee all’agire. La piccola è stata vittima di una morte violenta particolarmente cruenta e anche lenta”.

Omicidio della piccola Elena a Catania, le parole del gip

Elena Del Pozzo, novità dell'inchiesta
Morte Elena Del Pozzo, le ultime novità dell’inchiesta (Ansa Foto)

Non è finta qui visto che lo stesso giudice ha voluto evidenziare il fatto che la stessa donna non ha mostrato alcun segno di pentimento in merito a quello che ha compiuto. “Ha inscenato il rapimento con estrema lucidità e non ha manifestato segni di ravvedimento e pentimento. Tutti elementi che denotano una particolare spregiudicatezza, insensibilità, assoluta mancanza di resipiscenza”. 

Nell’interrogatorio la Patti avrebbe rilasciato anche molti “non ricordo“. Ovvero che non si ricorda cosa le è passato per la mente quando ha iniziato a colpire la figlia. Nessun pensiero, nulla del genere. Anzi, come se in quel momento fosse stata una persona diversa. “Non ricordo la reazione della bambina mentre la colpivo, forse era ferma, ma ho un ricordo molto annebbiato. Non ricordo di aver sotterrato la bambina, ma sicuramente sono stata io“.

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