Il Fatto Quotidiano diretto da Travaglio in prima linea nello scontro interno al M5S tra Conte e Di Maio. L’invettiva di Scanzi contro il ministro degli Esteri
Nella faida interna al Movimento 5 Stelle tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio a giocare un ruolo di primissimo piano è “Il Fatto Quotidiano”, il giornale diretto da Marco Travaglio e da tempo considerato vicino all’ex presidente del Consiglio dei governi gialloverde e giallorosso. Se ci si vuole orientare nella ‘galassia’ Cinquestelle osservatori e addetti ai lavori sanno bene che non si può prescindere dalla lettura degli articoli dei giornalisti del Fatto. A partire dai pezzi firmati da Luca De Carolis, che riportano anticipazioni, retroscena e ultimi aggiornamenti. Se invece si vuole capire quali saranno le prossime scelte degli attuali vertici Cinquestelle, Conte in testa, è fondamentale tenere conto degli editoriali di Travaglio e dei pezzi di alcune firme della testata. Articoli che, come abbiamo visto in passato, anticipano spesso mosse e strategie dell’ex ‘avvocato del popolo’. Oggi tocca ad Andrea Scanzi, volto noto della tv, provare a ‘dettare la linea’ all’ex presidente del Consiglio Conte e vestire i panni dell’ideologo Cinquestelle.
Con un pezzo dal titolo eloquente “Conte deve cacciare subito Luigi Di Maio e pure i suoi derivati” pubblicato a pagina 11, Scanzi ricostruisce prima la nascita dei pessimi rapporti tra l’attuale capo politico del M5S e il ministro degli Esteri alla pandemia e al “successo di Conte” durante la stagione più difficile del Covid. Popolarità che, secondo Scanzi, sarebbe stata “mal sopportata” da Di Maio, il quale avrebbe reputato “insopportabile che quel carneade – scelto da lui e Bonafede – fosse divenuto così popolare”. L’arrivo di Draghi, secondo il giornalista, avrebbe poi “fatto il resto”. E poi lancia l’affondo: “Oggi Di Maio è lo Schettino dei 5 Stelle e tenerlo ancora a bordo è da pavidi, da masochisti e da scemi. Di Maio si è imbullonato alla poltrona (qualsiasi poltrona), è un politico di professione e incarna al meglio tutto ciò che i 5 Stelle odiavano fino al 2018”. E infine la richiesta diretta a Conte e ai vertici pentastellati: “Il M5S ha cacciato gente per molto meno, e a cacciare era Di Maio stesso. Non si capisce cosa aspettino ad allontanarlo. Ci guadagneremo tutti. Di Maio, che ora ha meno consensi della Boschi, si accaserà in qualsiasi partito. E Conte ci guadagnerà perché avrà meno serpi in seno”.
Un vero e proprio j’accuse, tipico dello stile di Scanzi, che prosegue con una previsione e un ‘diktat’ diretto all’attuale presidente del Movimento: “L’unico futuro (se esiste) per i 5 Stelle coincide con Conte. L’ex presidente del Consiglio deve cacciare Di Maio e derivati, radere al suolo la (cosiddetta) classe dirigente, aprirsi alla società civile e diventare il punto di riferimento del radicalismo civico”. Chiusura lapidaria del pezzo: “Finitela con questo spettacolo patetico e inverecondo”. L’opinionista toscano diventa così portavoce – facendo concorrenza al portavoce di Conte Rocco Casalino – del sentimento più oltranzista degli anti-dimaiani, che vorrebbero mettere fuori dalla porta del Movimento l’ex capo politico pentastellato. Solo quello che succederà nelle prossime ore e nei prossimi giorni potrà confermare o meno se anche stavolta il Fatto Quotidiano avrà tracciato, in anticipo, le mosse di Conte.