Il celebre interprete di Mr. Bean si è lamentato delle opprimenti censure della società contemporanea, che impongono una specifica visione del mondo.
Nell’ultimo decennio la società occidentale ha assistito ad una radicale trasformazione della sensibilità, con un conseguente ridimensionamento della comicità per le masse. Dai dialoghi di un film, alla letteratura, fino ad un semplice post sui social, il politically correct sta inevitabilmente caratterizzando la nostra quotidiana espressione nel mondo; da una parte incrementando sensibilmente l’inclusività, dall’altra rischiando di censurare pesantemente la libertà artistica di un dato prodotto. Rowan Atkinson, storico interprete di Mr. Bean, ha voluto commentare tale fenomeno in una recente intervista con l’Irish Times: “Ogni scherzo ha una vittima. Questa è la definizione di scherzo. Qualcuno o qualcosa o un’idea è fatta per sembrare ridicola. Penso che devi stare molto, molto attento a dire su cosa ti è permesso fare battute o meno. E se ci fosse qualcuno estremamente compiaciuto, arrogante, aggressivo, soddisfatto di sé, che si trova al di sotto della società? Non sono tutti nelle camere del parlamento o nelle monarchie. Ci sono molte persone estremamente compiaciute e soddisfatte di sé in ciò che sarebbe considerato il livello più basso nella società. In una vera società libera dovresti avere il permesso di fare battute su qualsiasi cosa. Il problema che abbiamo online è che un algoritmo decide cosa vogliamo vedere, il che finisce per creare una visione semplicistica e binaria della società. Diventa un caso ‘o sei con noi, o contro di noi’. E se sei contro di noi, meriti di essere cancellato”.
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Il vigoroso attacco alla cancel culture da parte dell’attore inglese, sta raccogliendo un certo consenso, probabilmente dovuto alla generale frustrazione di molti, che vedono i concetti di rispetto e inclusione spesso confusi con l’ossessione.