Morte Bochicchio, Dna spazza via i dubbi: si indaga sulla ‘gente brutta’

Morte Massimo Bochicchio, il Dna spazza via ogni tipo di dubbio: si indaga sulle minacce da parte di “gente brutta”, proprio come raccontò il broker ai magistrati

Clamorosa pista sulla morte di Massimo Bochicchio
Massimo Bochicchio (Ansa Foto)

Si stavano attendendo con ansia i risultati del Dna. Alla fine si è arrivati alla conclusione che il corpo carbonizzato è proprio quello di Massimo Bochicchio. Ricordiamo che domenica 19 giugno è avvenuto un incidente sulla Salaria, nella Capitale, dove la sua moto ha perso il controllo finendo fuori strada e andando a fuoco. Nel frattempo i pm continuano le indagini su un possibile reato di istigazione al suicidio.

Ricordiamo che il broker era al centro di una vicenda giudiziaria dopo che aveva truffato alcuni vip del mondo dello spettacolo e del calcio per milioni di euro. Nel frattempo gli uomini del Nucleo speciale della polizia valutaria della Guardia di Finanza ha acquisito tutti i dispositivi elettronici da parte dell’uomo per cercare di capire le sue ultime comunicazioni, i contatti. Per il momento la pista più accreditata è quella del malore che lo ha colpito.

Morte Bochicchio, la percezione della moglie

Il corpo è quello di Massimo Bochicchio?
Incidente sulla Salaria (Ansa Foto)

Quasi un anno fa rivelo delle clamorose indiscrezioni al giudice. Il tutto in merito alla “gente brutta brutta” che la moglie del broker aveva pronunciato al telefono. Anche se, in quella occasione, il 56enne aveva cercato di “giustificare” quella frase: “Non si tratta di gente brutta, mia moglie ha avuto una percezione. Purtroppo le persone quando ci sono i soldi di mezzo perdono la ragione“. Solo che adesso, a distanza di quasi un anno, questa sua rivelazione ha tutt’altro senso.

Il riferimento è a un episodio in cui il segretario di un suo ex socio aveva chiamato la moglie con un tono minaccioso e che sarebbe stato disposto anche ad andare sotto casa sua ad aspettarlo per 9 ore. Non è un mistero che, subito dopo la morte, gli investigatori sono andati immediatamente a casa di Bochicchio per cercare qualche indizio, biglietto di addio o altro che potesse pensare ad un possibile istigazione al suicidio.

 

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