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Cronaca

Il flop del superbonus 110%: arriva la stangata, ecco chi rischia

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Mauro Simoncelli

Milioni di euro fermi per lo stop delle cessioni del credito, cantieri bloccati e imprese sfinite, ecco come rischia di implodere tutto

Il Superbonus 110%, nato per rilanciare l’economia del nostro Paese, a partire dal settore dell’edilizia, rischia di diventare un clamoroso boomerang se non si procede alla semplificazione dell’eccesso normativo che ne regola gli aspetti burocratici.

Sono terminati i fondi per il Superbonus del 110%

Doveva essere il grande rilancio dell’economia italiana attraverso il rilancio del comparto edilizia, ma i fondi che il governo ha destinato al Superbonus 110% di fatto sono già finiti, compresi quelli dell’intero fondo stanziato che doveva coprire gli interventi fino al 2036.

L’ultimo rapporto dell’ENEA

E’ quanto emerge dall’ultimo rapporto dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, secondo il quale al 31 maggio 2022 erano in corso 172.450 interventi edilizi incentivati, per circa 30,6 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, che porteranno ad uno sconto per 33,7 miliardi di euro. Quindi il valore totale delle detrazioni a carico dello Stato ha già raggiunto la soglia di oltre 33,7 miliardi di euro, su un totale di 33,3 miliardi di euro che erano stati destinati al Superbonus.

Servono altri fondi dallo Stato

La situazione è diventata critica, perché al raggiungimento dei fondi stabiliti non ha corrisposto l’impossibilità di chiedere il Superbonus, questo vuol dire che l’agevolazione dovrà probabilmente essere rivista e rifinanziata dal governo, altrimenti tutto si bloccherebbe e comunque, fino a quel momento, molti cantieri resteranno chiusi. La regione con più lavori avviati è la Lombardia (26.432 edifici per un totale di oltre 5 miliardi di euro di investimenti ammessi a detrazione), seguita dal Veneto (21.555 interventi e 2,9 miliardi di euro d’investimenti) e dal Lazio (15.504 interventi già avviati e 2,8 miliardi di euro di investimenti).

Sono aumentati i controlli

Conoscendo purtroppo il modus operandi italiano, era apparso subito chiaro che si sarebbero annidate, in questa grande occasione di movimentazione di denaro, tante potenziali situazioni poco chiare, ecco perché, anche se con colpevole ritardo, ha cominciato a muovere i doverosi controlli la Guardia di Finanza che, oltre a fermare cantieri con situazioni da verificare, rischia seriamente di non farli partire. “Ci sono condomini dove sono stati approvati studi di fattibilità, progetti esecutivi costosi, fino a 300mila euro di spese sostenuti dagli inquilini, e la ditta non riesce più a fare sconto in fattura perché il credito è stato bloccato, spiega un avvocato esperto in materia condominiale, che aggiunge “Sconto in fattura significa cessione del credito. Difficilmente trovi un’impresa che riesce ad applicarlo con le proprie sostanze, le imprese avevano fatto i propri conti sulla base delle leggi emesse dal Parlamento, lo Stato non può di colpo fermare tutto e dire, ‘ora arrangiatevi’.

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Mauro Simoncelli