“Faccio questi venti concerti e mi fermo. Non posso rischiare troppo” ha dichiarato Caparezza in una recente intervista rilasciata al Il resto del Carlino. Il noto cantante dai testi significativi e dalla musica apprezzabile ha confermato di essere affetto da acufene che non gli permette di effettuare più di 20 concerti alla volta. Il cantante si è detto molto dispiaciuto ma convivere con questa patologia non è facile, soprattutto quando si lavora con la musica.
Caparezza: “Ho l’acufene: ancora 20 concerti e mi fermo”
Caparezza ha smesso di cercare cure miracolose, dopo anni ha deciso di arrendersi alla patologia, vuole provare a conviverci senza chiedere troppo alla sua salute: “Soffrendo di acufene e ipoacusia non posso più fare lunghi giri di concerti come accadeva in passato. In questi sette anni di difficoltà ho incontrato tanti colleghi che m’hanno detto senti questo, fatti vedere da quello, io l’ho fatto ma non è cambiato alcunché.” L’artista ha anche ammesso di accettare oggi il suo deficit uditivo con maggiore consapevolezza rispetto al passato.
Il cantante ha rivelato che quando ha scoperto di essere affetto d’acufene ha avuto una reazione inaspettata. Ha pensato di impazzire nel sapere che non poteva più sentire la musica in cuffia: “Lì per lì, quando ho scoperto di non poter più ascoltare la musica in cuffia, sono andato in crisi, pensando al mio corpo come a una prigione. Così ho provato di tutto, pillole, iniezioni, psicoterapia, ma alla fine ho capito che dovrò semplicemente tenermelo e magari pensare ad altro, distrarmi.”
Caparezza, la musica e la passione per i fumetti
Caparezza è consapevole dei suoi limiti, oggi convive con l’acufene e l’ipoacusia e sa che non può sostenere gli stessi impegni musicali del passato. Il cantante si sta concentrando su un’altra passione che lo ha travolto completamente. A quanto pare Caparezza è un’artista anche nel mondo dei fumetti.
“Ho riacceso anche la passione mai sopita per il mondo dei fumetti. Ho seguito un corso di sceneggiatura che un giorno potrebbe dare i suoi frutti, se non in un volume grafico vero e proprio, magari in un lavoro musicale legato al pianeta della striscia disegnata.”