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Cronaca

Clamoroso negli USA: la Corte Suprema cancella la legge sull’aborto

Published by
Mauro Simoncelli

Revocata la legge Roe v. Wade del 1973 che aveva legalizzato l’interruzione di gravidanza alle donne

La Corte Suprema americana dopo 49 anni, ha decretato per la cancellazione della legge sull’aborto con una controversa decisione presa dalla maggioranza conservatrice dell’Alta Corte costituzionale.

Le proteste negli Stati Uniti contro la storica sentenza –

Era dal 1973, con la storica sentenza Roe v. Wade, che negli Stati Uniti era possibile interrompere spontaneamente una gravidanza, oggi la Corte Suprema ha abolito la legge che scaturì da quella sentenza e quindi, da adesso, i singoli Stati saranno liberi di applicare le loro leggi in materia.

Una sentenza che può cambiare la storia

“L’aborto presenta una profonda questione morale. La costituzione non proibisce ai cittadini di ciascuno stato di regolare o proibire l’aborto”, scrivono i giudici nel dispositivo emesso dopo la sentenza. La decisione è stata presa nel caso Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, in cui i giudici hanno confermato la legge del Mississippi che proibisce l’interruzione di gravidanza dopo 15 settimane, infatti a fare ricorso era stata l’unica clinica rimasta nello Stato ad offrire l’aborto.

Immediate le reazioni dell’opinione pubblica

Pochi minuti dopo la decisione dei massimi giudici, fuori dal tribunale un certo numero di manifestanti si sono abbracciati e hanno esultato alla notizia. Contemporaneamente è scoppiata la protesta di un contingente pro aborto, con un tam tam veicolato anche grazie ai social network. Su 50 stati, 26, tra cui Texas e Oklahoma, hanno leggi più restrittive in materia, nove hanno dei limiti sull’aborto che precedono la sentenza ’Roe v. Wade’, e che non sono ancora stati applicati, ma che ora potrebbero diventare effettivi, mentre 13 hanno dei cosiddetti “divieti dormienti” che dovrebbero entrare immediatamente in vigore. Tre giudici liberali, Sonia Sotomayor, Elena Kagan e Stephen Breyer, hanno votato contro la decisione.

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Mauro Simoncelli