Svelato come funziona il “sistema” napoletano per rubare i Rolex. A rivelarlo ci ha pensato Luca Esposito, genero del boss Patrizio Bosti che ha raccontato come riciclano gli orologi di lusso.
Nell’ultimo periodo si sta sentendo parlare, molto spesso, di rapine e scippi di Rolex. In realtà in varie parti delle città italiane. Tra queste, purtroppo, anche quella di Napoli dove è stato rivelato un vero e proprio “sistema“.
In molti vi sarete chiesti quanto ci guadagna una persona dal furto e soprattutto chi li acquista. A compiere questi furti criminali sono le “paranze”. Non sono altro che dei piccoli gruppi composti da almeno 2-3 persone che vanno alla ricerca di vittime che si trovano in una buona condizione economica. In particolar modo si muovono da tre zone: Quartieri Spagnoli, Sanità e Decumani.
In molti di questi casi, purtroppo, si usano le armi ed anche violenze fisiche. Mentre ci sono altre persone (che appartengono appunto alla ‘paranza’) che sono capaci di sfilarti l’orologio senza che nemmeno la vittima se ne accorga. Una cosa impossibile? Assolutamente no, almeno per loro. In queste ultime settimane cresce il pericolo a Napoli per via dei tantissimi turisti che visitano la città e possono anche essere oggetti di rapine. Proprio negli ultimi giorni è capitato all’attore Daniel Auteuil che, mentre si trovava nel suo taxi, è stato vittima di una rapina del suo orologio (da 40mila euro).
Non solamente lui, ma anche altri ex calciatori che hanno vestito la maglia della città partenopea. A spiegare come funziona questo ‘sistema’ è stato Luca Esposito, genero del boss Patrizio Bosti (appartenente al clan Contini). Come agiva? Sempre online. Queste sono le sue parole come riporta il sito ‘Agi‘: “L’ultimo orologio che ho acquistato è stato tramite un calciatore. Ho pagato tramite una mia card su conto estero lituano per complessivi 36.400 euro. Poi gli ho dato 500 euro, più altri 2.000 a un intermediario. L’orologio è stato venduto a un cliente tedesco. I calciatori acquistano gli orologi a prezzo di listino“.
Non è finita qui visto che il commercio è anche sui diamanti: il centro di tutto questo sistema è a Roma. “I dealer mondiali durante il Covid si sono trasferiti a Dubai. La maggior parte sono quelli di Hong Kong. I soldi transitano su conti correnti o vengono regolati con permute. Vengono venduti tramite pagine social. I dealer spesso ricevono solo la provvigione, senza anticipare nulla”. Queste le sue parole rilasciate alla Direzione Distrettuale Antimafia in un verbale che è stato poi, successivamente, ritrattato.