Un analisi effettuata sulle acque del Mar Mediterraneo porta alla rilevazione di temperature sempre più preoccupanti
Ricordate le battaglie di Greta Thunberg, che al grido di Skolstrejk för klimatet (Sciopero scolastico per il clima), ha iniziato la sua protesta contro il riscaldamento globale, coinvolgendo (nel giro di pochi anni) tutto il mondo? Le sue teorie hanno avuto grande pubblicità, ma hanno anche subito forti contestazioni, da scettici che ritenevano esagerate le sue proteste.
Ma alla luce delle recenti valutazioni degli esperti sembrano esserci pochi dubbi: il clima sta subendo variazioni sempre più pericolose. E sono in molti a temere che la situazione possa peggiorare. I dati emersi da uno studio di Enea sono preoccupanti. Le temperature nel Mediterraneo sono infatti sempre più bollenti: dal 10 maggio il mare è stato colpito da un’ondata di calore che ha innalzato la temperatura della superficie di circa 4 gradi rispetto alla media del periodo 1985-2005, con picchi superiori a 23 gradi. Questi i preoccupanti risultati del progetto CAREHeat finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea, a cui partecipano per l’Italia Enea e Cnr. Il progetto mira a sviluppare nuove metodologie per prevedere e identificare le ondate di calore, comprenderne la propagazione e gli impatti su ambiente, biodiversità e attività economiche, quali pesca e acquacoltura.
“Le attività di ricerca sono iniziate con lo studio dell’ondata di calore che attualmente interessa il Mar Mediterraneo partendo dall’analisi dai dati satellitari disponibili che per primi hanno rilevato l’anomalia termica, con valori confrontabili con l’ondata di calore del 2003”, sottolinea Salvatore Marullo del Laboratorio Enea di Modellistica climatica e impatti. “È dagli inizi di maggio che nell’area mediterranea si registrano temperature ben al di sopra della media stagionale e anche la prima metà di giugno è stata caratterizzata da situazioni meteorologiche tipiche di fasi più avanzate della stagione estiva”, aggiunge.
“I cambiamenti iniziano ad incidere concretamente sulla vita di tutti i giorni, sulle attività economiche fino al singolo cittadino, passando per l’inasprimento dei fenomeni migratori”, evidenzia Gianmaria Sannino, responsabile Laboratorio Enea di Modellistica climatica e impatti. “Quindi – aggiunge- è opportuno definire quantitativamente i fenomeni in corso per capirne le cause e prevederne gli sviluppi”. Oltre a ENEA e Cnr, partecipano al progetto CAREHeat, finanziato da ESA nell’ambito delle “azioni bandiera” della Commissione europea, gli istituti di ricerca francesi CLS (Collect Locatisation Satellites) e IFREMER (Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer) e le non-profit Mercator Ocean International (Francia) e +ATLANTIC CoLAB (Portogallo).