L’Italia continua a fare i conti con l’emergenza siccità. E la decisione di un sindaco sta facendo molto discutere.
Il forte caldo in Italia sta aumentando la crisi idrica. Sono molti i sindaci costretti a mettere in campo delle misure per contrastare questa emergenza siccità e tra le diverse ordinanze non mancano quelle più curiose e destinate sicuramente a fare discutere.
Una di queste è sicuramente quella firmata dal primo cittadino di Castenaso, paesino in provincia di Bologna. Come riportato da TgCom24, il sindaco ha deciso di vietare il secondo lavaggio di capelli al parrucchiere. La motivazione? Un rubinetto aperto eroga 13 litri al minuto e in un momento come questo si è deciso di mettere una restrizioni pure al parrucchiere.
Lo stesso primo cittadino ha voluto precisare che “non si tratta di un’ordinanza punitiva, ma l’obiettivo è quello di risparmiare migliaia di litri di acqua al giorno. Nessuno ha protestato e i cittadini hanno capito“.
Il pugno duro del sindaco di Castenaso: multe per chi non rispetta i divieti
Oltre al divieto del secondo lavaggio per i parrucchieri, nell’ordinanza del sindaco di Castenaso è previsto anche il mancato utilizzo della rete idrica di acqua potabile per utilizzi extra-domestici come innaffiamento di orti, giardini, lavaggio automezzi. Il riempimento delle piscine, invece, è possibile solo con un accordo con il gestore della rete di acquedotto.
Inoltre, il primo cittadino ha deciso di escludere dai divieti i servizi pubblici di igiene urbana, gli innaffiamenti dei campi da tennis e sportivi in terra battuta e in manto erboso oltre che l’irrigazione del verde di pertinenza pubblica.
Infine, sempre in questa ordinanza, il sindaco ha inserito delle sanzioni. Le violazioni dei divieti per l’emergenza idrica potrebbero portare a delle multe che vanno da 25 a 500 euro, con una riduzione se pagata in breve tempo.
Si tratta di misure che, come spiegato anche dallo stesso sindaco, per cercare di risparmiare il più possibile l’acqua in una situazione davvero critica per quanto riguarda la crisi idrica.