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Cronaca

Siccità, prime ordinanze: divieto di lavare l’auto e riempire le piscine

Published by
Marco Ercole

Il problema sta diventando sempre più serio, per questo molti comuni stanno prendendo delle precauzioni drastiche. Ecco dove sono già stati imposti dei divieti riguardo all’utilizzo dell’acqua

Non si tratta più solo di consigli e inviti a utilizzare l’acqua con parsimonia, adesso siamo passati alla fase delle ordinanze e dei divieti. L’allarma siccità sta diventando sempre più consistente, ecco allora che vari comuni d’Italia stanno prendendo delle precauzioni, imponendo ai propri cittadini alcuni accorgimenti, tra cui quello di non lavare le proprie automobili, non riempire le piscine private ed evitare più possibile di annaffiare fiori e piante.

All’aeroporto Adr e Telepass insieme per sostenibilità e rispetto ambiente. Lavaggio auto senza consumo acqua nei parcheggi di Fiumicino (Ansa)

A Roma, ad esempio, l’Acea (la società che gestisce il servizio idrico) ha annunciato che ridurrà la pressione del flusso di acqua nelle condutture. Un accorgimento necessario al fine di evitare conseguenze più serie, come ad esempio la turnazione negli approvvigionamenti presa in esame nelle ultime settimane.

Allarme siccità, arrivano le prime restrizioni

Si abbassa pericolosamente il livello del Fiume Tevere a Roma a causa della siccità (Ansa)

Misure più forti sono stati presi invece a Ferrara, dove il sindaco Alan Fabbri ha firmato un decreto (che si prolungherà fino al 21 settembre) con cui si stabilisce lo stop dei prelievi di acqua potabile per uso extra-domestico dalle otto di mattina alle nove di sera. Ciò significa, in sintesi, che non è più possibile riempire la piscina in giardino, né tantomeno lavare la propria automobile nel garage. Stesse misure che sono state adottate anche a Capalbio, in provincia di Grosseto, a Vinci e Reggello (Firenze), a Livorno, a Pistoia, a Pordenone, a Santa Croce di Magliano e a Montenero di Bisaccia (vicino Campobasso). Per chi trasgredisce, ovviamente, la pena è una multa. Perché il problema è serio e questa non è altro che un’ulteriore conferma.

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Marco Ercole