Il tennista serbo, alla vigilia del torneo di Wimbledon, torna a parlare della possibilità di giocare o meno lo slam americano
Novak Djokovic, numero 3 del ranking mondiale, rimane fermo e inflessibile sulle sue posizioni riguardo il vaccino per il Covid anche se questo dovesse costargli, come sarebbe ora a meno che le regole non cambino nel frattempo, la partecipazione agli US Open.
A inizio anno, il tennista serbo non ha potuto partecipare agli Australian Open dopo essere stato espulso dal Paese a seguito di una lunga causa legale con il governo federale australiano, per non essersi vaccinato contro il virus.
Il 35enne serbo si appresta a difendere il titolo a Wimbledon e durante la conferenza stampa ufficiale di presentazione Nole è tornato sulla questione vaccino: “Ad oggi non posso entrare negli Stati Uniti e questo mi dà motivazioni supplementari per far bene qui” a Wimbledon. Spero di disputare un buon torneo come ho fatto nelle ultime 3 edizioni. Poi, vediamo cosa succede. Mi piacerebbe andare negli Usa ma ad oggi non è possibile. Non c’è molto che io possa fare, sta al governo degli Stati Uniti decidere se far entrare persone non vaccinate nel paese”.
Ma il tennista serbo si è anche soffermato sulla decisione dell’All England and Cricket Club di escludere dal torneo di quest’anno tutti gli atleti russi e bielorussi, a causa della guerra di Mosca contro l’Ucraina. Tra gli esclusi dal torneo c’è anche Daniil Medvedev, il numero uno al mondo del tennis maschile: “Non riesco a capire come possano aver contribuito a tutto quel che è successo, non credo sia giusta la loro esclusione. Sento che meritano di vincere, competere, sono atleti professionisti. Nessuno di loro ha sostenuto guerre o cose del genere. Capisco le ragioni di entrambe le parti, è difficile dire cosa sia giusto e sbagliato, ma se io mi trovassi in una condizione di non poter giocare per ragioni che non hanno a che fare nulla con quel che faccio personalmente, non lo reputerei giusto”, ha concluso con la consueta lucidità Djokovic.