Firenze, attentato alla sede della Lega: “Non ci metteranno paura”

A Firenze ignoti hanno creato scompiglio nella sede della Lega durante una riunione: arriva la condanna e il messaggio chiaro. 

Paura nella tarda serata di ieri nella sede della Lega a Firenze. Alcuni ignoti, secondo quanto riferito dal segretario comunale del partito Federico Bussolin, hanno dato fuoco alla campanelleria.

Attentato sede lega
Una foto dei fatti accaduti ieri (Screenshot Facebook)

 

Dentro ai locali in cui c’è la sede del partito erano riunite alcune persone che hanno immediatamente spento le fiamme e poi denunciato quanto accaduto, anche con foto sui social network. “Abbiamo spento subito la fiamma – si legge in un post di Bussolin –, è un vile attentato e speriamo che i colpevoli vengano presto consegnati alla giustizia”. 

Intanto si moltiplicano le reazioni da parte degli esponenti del partito per quello che è considerato un gesto pericoloso in una fase politica in cui l’avvicinarsi delle elezioni e alcuni veleni rischiano di inasprire il confronto e di esasperare gli animi.

In fiamme la sede della Lega: “Non ci fermeranno”

Attentato sede lega (1)
Ancora uno scatto postato su Facebook

“Si tratta di uno schifoso tentativo di metterci paura. Non ci riusciranno, andiamo avanti”. Scrive così Federico Bussolin a margine del post in cui ha svelato quanto accaduto ieri nella sede del partito. Le reazioni sono però tante dopo un gesto pericoloso. Immediati infatti anche gli attestati di solidarietà da parte del segretario Matteo Salvini e del sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali Tiziana Nisini.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Prefetto di Firenze. “Sono molto dispiaciuto dall’episodio – ha chiarito – perché è il primo che si caratterizza con la modalità con cui è stato realizzato. L’auspicio è che sia isolato – ammette -, ma elezioni e clima politico effervescente possono aver innescato una reazione che stigmatizzo in maniera molto dura. Mi auguro che tramite le telecamere di sorveglianza – ha concluso Valenti -, si possa risalire alle origini di questo episodio. 

Gestione cookie