Dall’inizio della pandemia sono state numerose le critiche e le proteste verso il protocollo applicato dal governo italiano e dal Ministro della salute Roberto Speranza. Molte di quelle che sembravano però considerazioni da “negazionista” oggi si sono dimostrate vere, afferma Mario Giordano.
Sul quotidiano La Verità, il conduttore di Rete 4 Mario Giordano ha spiegato che, se “in questi due anni e mezzo, chiunque sollevasse dubbi sulla gestione dell’emergenza si è preso del cattivo maestro o dell’assassino”, ora “piano piano molte” di quelle che venivano definite “fake news”, su “vaccini, lockdown, green pass si stanno dimostrando verità”. “E qualcuno deve pagare”, è il duro attacco di Giordano.
Le domande poste dal conduttore di Rete 4 sono diverse, alcune particolarmente delicate. “Qual è la verità su Ursula von der Leyen e i suoi rapporti con le case farmaceutiche? Che cosa diceva nei messaggi con i manager della Pfizer? Perché sui contratti siglati dall’Unione europea con Big pharma è stata stesa una coltre di silenzio? E Domenico Arcuri? Qual è la verità sulla sua gestione della pandemia? Perché gli è stato affidato quel potere immenso?”.
La cura critica di Giordano e la “resa dei conti”
La critica di Giordano è centrata su alcune notizie che emergono nelle ultime ore, due in particolare, legate a questi due volti che hanno caratterizzato in maniera importante la gestione della pandemia. Nello specifico l’ex commissario, spiega Giordano, “sta per essere silurato anche dalla poltrona (che gli era rimasta rigorosamente attaccata al fondoschiena) di amministratore delegato di Invitalia”.
Di fatto, però, dal punto di vista complessivo quello che sta accadendo per Giordano è che “un’epoca, in ogni caso, sembra sul punto di tramontare”. “Ma non si possono dimenticare gli insulti e i veleni che hanno circondato, in questi due anni e mezzo, ogni tentativo di sollevare qualche lembo di verità”, sostiene Giordano.
Relative ai “medici di base che curavano i malati”, alla messa in dubbio delle “mitiche circolari tachipirina e vigile attesa del ministro Speranza”, o della “cura al plasma del professore De Donno o dei farmaci monoclonali, perché si rischiava di mettere in discussione l’onnipotenza e l’unicità del Dio Vaccino”. Come anche “non si poteva parlare delle persone vittima di effetti avversi. E ovviamente non si poteva criticare il green pass, eletto strumento di salvezza a furor di mainstream”.
Col senno di poi, per Giordano “non solo l’Italia non è stata un esempio nella gestione della pandemia. Ma è stata un esempio di confusione”, oltre che “di falsità di Stato”. Come ad esempio sulla “bufala istituzionale della pandemia dei non vaccinati. Una cosa che non è mai esistita. Ora su tutto questo bisogna fare chiarezza”.