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“Sembrerà un incidente”: un piano per uccidere Bruna Biggi. C’è un sospettato

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Paolo Colantoni

A sedici anni dalla morte di Luciana Biggi, viene svelato un piano per uccidere anche la sorella, che si batte per la verità

Sono passati sedici anni dall’omicidio di Luciana Biggi, la ragazza genovese trovata cadavere con la gola squarciata in un vicolo del capoluogo ligure. L’omicidio ad oggi è ancora senza un colpevole, un movente e resta nel dubbio. Ma a distanza di anni il nome della famiglia Biggi torna prepotentemente di moda e lascia aperte piste che riaprono ferite e drammi.

Qualcuno infatti, sta organizzando un piano per uccidere anche Bruna, la sorella di Luciana, che da anni si sta battendo per scoprire la verità, Tutto ciò sarebbe stato progettato in carcere. A rivelarlo è il Secolo XIX, che parla di un detenuto, rinchiuso in un istituto di pena lontano dalla Liguria, pronto a vuotare il sacco e a svelare il piano criminale.

Gli inquirenti non hanno svelato molto. Quel che è certo è che tutto doveva passare per un incidente. Silenzio sui nomi dei sospettati. Ma gli indizi, in modo quasi inevitabile, sono ricaduti  su Luca Delfino, ex fidanzato della vittima, che è stato prima a processo con l’accusa di omicidio e successivamente assolto per mancanza di prove. L’uomo al momento si trova in carcere per avere assassinato nel 2007 un’altra donna con cui aveva avuto una relazione, Maria Antonietta Multari. In quella occasione fu colto in flagranza di reato.

Delfino, secondo il quotidiano ligure, è il sospettato numero uno. L’uomo che dal carcere ha svelato il piano per uccidere Bruna, potrebbe aver fatto il suo nome. Non è la prima volta che Delfino viene tirato in ballo dall’interno delle quattro mura penitenziarie.  In passato anche altri detenuti infatti lo hanno accusato. Un compagno di cella rivelò che gli aveva confessato di avere ucciso non soltanto la donna a Genova, ma anche un magrebino che lo perseguitava nell’istituto penitenziario di Sollicciano, la cui morte era stata classificata come suicidio.

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Paolo Colantoni