Bologna, bar costretto a chiudere: il motivo lascia tutti senza parole

Un bar a Bologna ha annunciato la chiusura con un cartello diventato virale in poco tempo. Ecco il perché di questa decisione.

Bologna da metà giugno ha perso uno dei suoi bar. Come riferito da Fanpage, il chiosco del Caffè Terzi ha chiuso i battenti e il motivo, oltre ad aver lasciato senza parole i cittadini del capoluogo felsineo (e non solo), è diventato virale in davvero poco tempo.

Bar chiuso
Un bar ha chiuso per mancanza di personale: ecco tutti i dettagli (foto Facebook)

Sul cartello, infatti, è precisato che la chiusura è dovuta alla mancanza di personale e gli stessi gestori si sono detti disponibili a riaprire se qualche barista accetterà la loro proposta di lavoro.

I proprietari, inoltre, hanno sottolineato di aver messo sul tavolo una proposta di contratto a tempo indeterminato, uno stipendio di 1.300-1.400 euro al mese per 6 ore al giorno con uno di riposo a settimana. Le risposte, però, non sono arrivate e così si è arrivati alla chiusura almeno fino a questo momento.

I gestori: “Non si trova personale”

I gestori a La Repubblica hanno confermato che “non si trova personale e siamo costretti a chiudere. Quello che fa più male è che c’è disinteresse nei confronti del lavoro. Le persone ci chiamano, prendono appuntamento e poi magari non si presentano e non avvisano neanche“.

Abbiamo avuto anche persone – ha aggiunto la moglie del fondatore del bar – che abbiamo assunto, ma al termine del periodo ci prova ci hanno chiesto di non essere confermate per prendere la disoccupazione. Forse è il Covid ad avere abitato le persone ad accontentarsi e ricevere sussidi. Io mi auguro che le istituzioni si rendano conto che non possiamo continuare indiscriminatamente a sostenere chi non ha voglia di lavorare“.

Ma sulla vicenda non mancano le polemiche. “Il lavoro era full time e il salario annunciato è di 1300-1400 euro con inquadramento livello 5 – ha detto il consigliere Bergaj – intanto mi risulta che questo ha un mensile molto più basso. Poi sui social la proprietaria spiega che nell’offerta erano comprese anche tredicesima e quattordicesima e questo non si fa, ma purtroppo è una pratica diffusa“.

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