Parla l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, che rigetta al mittente ogni accusa che lo ha segnato negli ultimi nove mesi. E rilancia: “Attaccano Fratelli d’Italia perché siamo liberi”.
Intervistato dal quotidiano Libero, Carlo Fidanza, euro-deputato e co-presidente dell’Intergruppo per la libertà religiosa del Parlamento europeo, che si occupa della difesa delle minoranze religiose perseguitate nel mondo, è stato tirato al centro dell’inchiesta del sito online FanPage su una presunta “lobby nera” di cui ne sarebbe stato parte, commenta la vicenda spiegando che di fatto non c’è stato alcun seguito. Solo l’ennesimo polverone mediatico, quindi?
L’inchiesta che lo ha tirato in ballo e la sua risposta
Un’inchiesta per finanziamento illecito e riciclaggio che ad oggi sembra spegnersi, riportando alla luce vecchie accuse di corruzione nei confronti di Fidanza. Che ha spiegato: “In questi nove mesi sono stato a disposizione della Procura, nella quale continuo a riporre fiducia”. Ora però per Fidanza è arrivato il momento di tirare fuori la sua versione dei fatti.
Sull’accusa di avere assunto il figlio di un consigliere comunale bresciano in cambio delle sue dimissioni, spiega: “Gli europarlamentari hanno a disposizione un fondo per i collaboratori sul territorio. Sono contratti fiduciari, possiamo scegliere chi vogliamo”. Nello specifico, si parla di “un contratto part-time da circa 600 euro al mese a un giovane del nostro partito, che svolge regolarmente le sue mansioni”.
In sostanza, “non c’è stata nessuna corruzione e nessun atto contrario al dovere d’ufficio”, spiega Fidanza in relazione alle dimissioni del Padre, il politico bresciano Giovanni Francesco Acri che lasciò il proprio seggio in Consiglio comunale a Giangiacomo Calovini. “Andiamo a indagare tutte le parentele degli assistenti del Pd con la stampa, gli uomini delle società pubbliche, i colleghi di partito?”, replica l’europarlamentare. “Sarebbe da sedersi con i pop corn”.
“Andiamo a vedere il fenomeno delle porte girevoli tra privati e pubblica amministrazione? Vogliamo parlare dei legami perversi tra la sinistra e il mondo bancario?”, incalza. La tesi è che l’accanimento nei suoi confronti è dovuto al fatto che “una certa stampa lo fa per colpire FdI, per accreditare la tesi che dietro la Meloni ci sia solo gente scarsa o impresentabile. Siamo diventati grandi e siamo liberi, per questo siamo scomodi”.