Un nemico in casa: come controllare il tasso d’umidità

La comparsa di muffa sui muri o sulle pareti è il chiaro segnale della presenza di umidità nell’ambiente. Ciò rende la casa meno confortevole 

Quando le temperature iniziano a salire può capitare di avvertire un odore di muffa nell’edificio oppure di osservare i vetri appannati, questo capita anche se non si svolgono delle attività in casa. In quest’ultimo caso deve scattare un campanello di allarme.

L’umidità sulle pareti di casa e un problema da non sottovalutare –

Un concetto significativo per capire se l’ambiente è più o meno salubre è quello di umidità relativa che si riferisce alla percentuale di acqua contenuta nell’aria a una certa temperatura rispetto alla quantità massima che l’aria tenuti costanti gli altri parametri.

Le possibili cause

L’accumulo di umidità può essere provocato da diversi fattori, dalle faccende domestiche, come lavare i piatti a mano fino alle perdite dai tubi nei muri. Se le tubature sono danneggiate, ad esempio, ci potrà essere una perdita d’acqua che penetra nei muri generando delle muffe o delle macchie. Anche dei serramenti poco efficienti possono essere causa di un aumento dell’umidità. Quindi, installando degli infissi di ultima generazione è possibile risolvere i problemi di umidità interna.

Come misurare l’umidità

E’ importante monitorare il tasso di umidità nelle varie stanze, a cominciare dal bagno e dalla cucina. Per rilevarlo è possibile utilizzare un apparecchio apposito, chiamato igrometro o sensore di umidità. Le dimensioni compatte e la semplicità d’uso consentono di utilizzarlo agilmente in vari ambienti, in modo da monitorare il tasso di umidità di ogni stanza. Contenere il tasso di umidità è fondamentale per tutelare la salute di chi vive in un edificio. Per fortuna, non mancano le soluzioni mirate.

Le possibili soluzioni

Il deumidificatore passivo dell’aria –

Dopo aver misurato il livello di umidità, possiamo intervenire abbassandone la percentuale con dei piccoli elettrodomestici facilmente reperibili in commercio.

Deumidificatori elettrici: meglio scegliere climatizzatori di classe A che consentono risparmio energetico e che entrano in azione quando l’umidità supera il livello che avete impostato. Meglio optare per un modello che sia in grado di eliminare polvere, pollini e cattivi odori. Bene avere un apparecchio solo che assolva a entrambe le funzioni: climatizzatore e deumidificatore.

Deumidificatori passivi: Si tratta di piccoli contenitori che funzionano senza dover essere collegati a fonti di energia elettrica. Sono composti da un contenitore e una griglia dove viene sistemato il materiale o la sostanza deumidificante.

Deumidificatori fai-da-te: Rappresentano un’alternativa decisamente meno costosa, ma non per questo non efficiente, al problema dell’umidità. Un elemento fondamentale? Il sale grosso che per sua natura cattura l’umidità. 

Gestione cookie