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Cronaca

Marmolada e riscaldamenti climatici, il dibattito: davvero è colpa dell’uomo?

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Francesco Gnagni

Dopo la drammatica catastrofe avvenuta sulla Marmolada, cresce il dibattito relativo ai cambiamenti climatici e ai loro impatti immediati sulla vita quotidiana. Non tutti però sono d’accordo con la chiave di lettura “green”, che vorrebbe contrastare le temperature alte con decisioni politiche o giuridiche. 

(Ansa)

Da tempo infatti il tema della “narrazione ambientalista” che si produce sull’annosa questione dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici non va certo giù a tutti. Specialmente se si guarda ai numerosi meeting internazionali, ai grandi progetti globali di lotta alla catastrofe ambientale, e ai topolini che ogni volta partorisce la montagna. Sempre, peraltro, con decisioni e conclusioni particolarmente favorevoli agli interessi delle grandi industrie o dei singoli governi.

Il dibattito ad orologeria che esplode dopo il dramma

Dopo il dramma avvenuto in queste ore in Veneto, la questione è più dirompente che mai. Visto che effettivamente le temperature si sono davvero alzate, e non poco, in tutta la penisola italiana. Facendo partire però quella che il conduttore di Rete 4 Mario Giordano descrive su La Verità come una solita caccia alle streghe, anzi la “caccia al no sic dentro lo sciacquone”, in cui “i cadaveri vengono usati come predellino per enunciare le nuove verità assolute che non ammettono repliche e discussioni”.

E dietro cui si nasconde una sorta di corazzata di nuovi virologi, in questo caso geologi, che addebitano all’uomo ogni colpa, scaricando quindi sui comportamenti della popolazione ogni possibile divieto e nuova limitazione. Per la pandemia, di tipo medico sanitario, in questo caso naturalista ed ecologista. Non per tutti gli esperti, però, il riscaldamento climatico che si sta vivendo è colpa dell’uomo, ma al contrario ci sono sempre state e continueranno ad esserci. 

La tesi del Prof. Franco Prodi: tesi “scientificamente infondate”

Tra questi c’è ad esempio il professore Franco Prodi, fisico e fratello dell’ancora più noto ex presidente del Consiglio italiano, Romano Prodi. Secondo lo studioso, infatti, le affermazioni di coloro che sostengono che i cambiamenti climatici che la Terra sta vivendo, siano dovuti all’azione più o meno sbagliata dell’uomo, siano “scientificamente infondate”.

“I loro sono solo scenari, non previsioni sulle quali basare il destino dell’umanità”, ha spiegato a La Verità riferendosi ai dei Rapporti dell’Ipcc, il comitato delle Nazioni Unite incaricato di studiare il contributo antropico al clima. “Ci sono cause naturali e cause antropiche dei cambiamenti”, ha spiegato il professore, e oggi “viviamo certamente in un periodo di riscaldamento globale e quindi è chiaro che ogni periodo caldo comporta una fase di ritiro di ghiacciai con fenomeni, del tipo di quello occorso recentemente”.

In sostanza, la tesi di Prodi è che “il riscaldamento globale che stiamo vivendo è un fatto naturale e fa parte di cicli naturali. Una componente antropica nei cambiamenti climatici c’è ma non è al momento quantificabile con serietà scientifica. Altra cosa è l’inquinamento a livello planetario, che va naturalmente combattuto, anche con accordi internazionali vincolanti: ma la CO2 non è un gas inquinante”.

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Francesco Gnagni