Secondo un quotidiano americano il manager sarebbe pronto a fare un passo indietro e rinunciare all’acquisizione del social network
I forti dubbi emersi sui dati ricevuti dal social network, che impedirebbero una corretta definizione del valore finanziario della piattaforma, starebbero frenando la miliardaria acquisizione, intanto a Wall Street le azioni sono in picchiata.
Non sarebbero i primi dubbi emersi nella trattativa, anche a pochi giorni dal clamoroso annuncio, Musk aveva sospeso l’acquisizione per l’eccessiva presenza di profili falsi sulla piattaforma, cosa poi smentita dagli analisti.
Era il 26 aprile scorso quando il consiglio di amministrazione della società del noto social media accettava l’offerta dal valore di 44 miliardi di dollari del patron di Tesla, in quello che, ad oggi, resta una delle maggiori acquisizioni anche attraverso il debito di una società quotata. L’accordo sanciva che il tutto si sarebbe dovuto chiudere entro il 2022, Twitter si apprestava così a lasciare Wall Street e diventare una società privata interamente controllata dal miliardario visionario. Ma soltanto 20 giorni dopo l’uomo più ricco del mondo aveva “sospeso temporaneamente” l’acquisto del social, per poterlo comprare ad un prezzo più basso con la motivazione dell’eccessiva presenza di profili falsi sulla piattaforma. Cosa subito contestata dagli analisti.
Ora, l’intera operazione da 44 miliardi di dollari che il fondatore di Tesla, Elon Musk, ha lanciato per acquistare Twitter sarebbe a rischio. A rivelarlo è il Washington Post che cita fonti vicine al dossier che sostengono che “i numeri del social network sugli account spam non son verificabili”. Secondo il quotidiano statunitense “le discussioni sui finanziamenti in vista dell’operazione da 44 miliardi di dollari sarebbero al momento sospese”. I colloqui con gli investitori, sottolinea il quotidiano Usa, “si sono rallentate nelle ultime settimane poiché l’entourage di Musk avrebbe sollevato dubbi sui dati ricevuti da Twitter”.
Il team di Musk in particolare ritiene di “non aver informazioni sufficienti sui dati legati agli account spam” e non solo. “Il prezzo delle azioni di Twitter”, continua a scrivere il quotidiano, “è diminuito drasticamente dall’annuncio dell’offerta di Musk ad aprile, dando l’impressione che stia pagando più del dovuto”. Ma i termini dell’accordo rileva, non rendono facile un’uscita di Musk, se facesse retromarcia, si potrebbe scatenare una grossa battaglia legale. Si vocifera che se anche Musk riuscisse a convincere un giudice a lasciarlo andare via, potrebbe comunque dover essere obbligato a versare 1 miliardo di dollari per la rottura dell’accordo sottoscritto.