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Il Superbonus non si ferma: a giugno meglio di maggio

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Mauro Simoncelli

Già lo scorso mese era emerso come le richieste avessero superato lo stanziamento previsto dal governo e a giugno il trend è ancora in crescita

Le difficoltà di finanziamento spiegate dal Governo per tutte le richieste fatte per ottenere il Superbonus del 110% per le ristrutturazioni edilizie non hanno fermato la domanda, che infatti ha continuato a crescere anche nel mese di giugno.

Anche a giugno prosegue la corsa al Superbonus edilizio –

Molto importante è stata la proroga decisa dal Governo fino al 31 dicembre del 2022, per chi avesse già effettuato il 60% dei lavori sugli edifici, con la parte di spesa sostenuta nel 2022 che dovrebbe essere recuperata in 4 rate anziché in 5.

Il superbonus galoppa ancora

Non si ferma più la corsa del Superbonus 110%, tanto che a fine giugno il totale degli investimenti ammessi alla detrazione ammontava a 35,2 miliardi di euro. 4,6 miliardi in più del mese di maggio fermatosi a 30,6 miliardi, con detrazioni a carico dello Stato previste a fine lavori per 38,7 miliardi, con un aumento quindi del 14,8% rispetto ai 33,7 miliardi del mese precedente. È quanto emerge dalle tabelle aggiornate dell’Enea confrontate con quelle del mese precedente. Gli investimenti conclusi a 24,9 e l’investimento medio per i condomini è di 572.396 euro. Per gli edifici unifamiliari si ferma a poco meno di 112mila euro. “I dati confermano quello che abbiamo sempre detto della nostra maxi agevolazione: se diamo certezze e tempi adeguati ai cittadini e al settore delle costruzioni, saranno sempre di più le adesioni alla nostra misura e saranno sempre più evidenti gli effetti benefici sull’ambiente e sull’economia”. Così i deputati Riccardo Fraccaro, primo promotore dell’iniziativa nel precedente Governo, Luca Sut e Patrizia Terzoni  commentano i dati appena resi pubblici dall’ENEA.

Il problema del superamento del tetto fondi

Già al termine dello scorso mese di maggio era emerso il dato poco rassicurante per i calcoli dello Stato, di come il valore dei fondi richiesti e poi elargiti avesse superato lo stanziamento previsto dal governo. Questo è un nodo molto importante che il Governo è chiamato a sciogliere soprattutto dal punto di vista giuridico. Infatti, appena sarà incassata la fiducia sul decreto aiuti, che prevede un allargamento delle cessioni dei crediti rimasti incagliati, il fronte si sposterà sulla responsabilità del cessionario, ovvero di chi si vede ceduto il credito ed è oggi tenuto ad un attento controllo anti-truffe.

 

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Mauro Simoncelli