Con il ritrovamento dell’ultimo disperso il bilancio delle vittime del crollo della Marmolada è definitivo. Proseguono, invece, le indagini.
Le ricerche dei dispersi sulla Marmolada sono terminate con il ritrovamento dell’ultimo corpo. I carabinieri dei Ris, infatti, hanno inviato alla Procura di Canazei i risultati del loro lavoro e questo ha permesso agli inquirenti di chiudere il cerchio sulle persone che si trovavano in quella zona al momento del crollo.
Il bilancio definitivo è di 11 vittime. L’ultimo corpo ritrovato, come immaginato dagli stessi soccorritori, apparteneva a Nicolò Zavatta, il 22enne vicentino. Si chiudono qui, quindi, le ricerche sulla Marmolada e nelle prossime ore toccherà alle autorità locali decidere se tenere ancora chiuso tutto il massiccio oppure aprire le parti non a rischio.
“Abbiamo chiuso il cerchio intorno alle indagini – ha detto il comandante dei Ris di Parma citato da La Repubblica – escludo la presenza di ulteriori vittime. I corpi saranno riconsegnati alle famiglie solamente a ricerche concluse“.
Crollo Marmolada, proseguono le indagini
Se da una parte le ricerche dei dispersi possono ormai considerate concluse, dall’altra le indagini per capire i motivi del crollo proseguono. Da parte degli inquirenti resta il massimo riserbo anche perché si preferisce non dare informazioni almeno fino a quando non si hanno delle certezze.
Il magistrato nei prossimi giorni potrebbe ascoltare alcuni esperti per capire meglio il perché della presenza di tanta acqua all’interno della Marmolada. I punti da chiarire sono tanti e presto avremo un quadro molto più chiaro della situazione.
L’indagine è stata aperta per disastro colpito e gli inquirenti sono al lavoro dal primo giorno per accertare meglio i motivi del crollo che, come detto in precedenza, ha provocato la morte di 11 persone.
In più nelle prossime ore dovrà essere deciso se prorogare la chiusura dell’intero massiccio. Molto probabilmente si arriverà ad un prolungamento del provvedimento per consentire agli inquirenti di svolgere gli accertamenti e mettere in sicurezza la parte del crollo. Solo dopo magari si provvederà a riaprire la zona meno a rischio della montagna.