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In Africa riscontrati casi del virus Marburg: ecco cos’è e come si cura

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Paolo Colantoni

Dopo l’Omicron 5, il vaiolo delle scimmie, ora in Ghana sono stati riscontrati casi di un nuovo virus. Di cosa si tratta?

Non bastava il Covid con lo sviluppo dell’Omicron 5, il vaiolo delle scimmie, che ha portato allo sviluppo di numerosi casi in tutta Europa, ora dall’Africa arriva un nuovo allarme, che sta facendo drizzare le antenne dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e che si sta diffondendo.

Si tratta del virus Marburg. Una nuova piaga che sta mettendo in allarme il mondo della medicina. Per la prima volta in Africa sono stati rivelati due casi di febbre emorragica attribuibili a questo virus. Tutto è accaduto in Ghana. I sintomi di questa febbre emorragica iniziano improvvisamente, con febbre alta, forte mal di testa e malessere. Molti pazienti sviluppano gravi segni emorragici entro sette giorni, secondo quanto riporta l’Oms.

A spiegare di cosa si tratta e il motivo di questa nuova diffusione è intervenuto Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. “Cosa sta accadendo? Semplicemente oggi abbiamo allargato l’occhio di bue sulle malattie infettive. Non è che adesso vediamo patologie che prima non c’erano. E’ solo che oggi dopo la pandemia c’è un maggiore interesse verso queste patologie, che non c’era prima. Il virus di Marburg lo conosciamo benissimo, come la febbre di Lassa e l’Ebola. Sono virus emorragici che ci sono sempre stati. Noi infettivologi abbiamo sempre ricevuto durante le estati e gli inverni report di casi che riguardano questo tipo di virus. Lo stesso per il vaiolo delle scimmie anche in passato. Solo che oggi abbiamo dei riflettori maggiormente accesi sulle malattie infettive”, conclude Bassetti.

Dello stesso avviso anche Lorenzo Pregliasco, docente dell’università degli Studi di Milano: “I primi casi di Marburg in Ghana? Oggi c’è una maggiore attenzione a tanti episodi e focolai che in passato non arrivavano agli onori della cronaca – osserva all’Adnkronos  – Invece, come è stato gestito anche il vaiolo delle scimmie, cioè in modo meno allarmistico” di Covid “ma di segnalazione di responsabilità, è opportuno ricordare che si verificano questi focolai. Ce n’erano anche stati altri. Tutto ciò ci porta a evidenziare l’importanza di un’attenzione e prevenzione continua” rispetto a questi virus.

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Paolo Colantoni