E’ emergenza migranti a Lampedusa. Le immagini pubblicate dall’ex sindaco Nicolini stanno facendo il giro del web (e non solo). Ecco la situazione che attualmente si sta vivendo all’interno della struttura.
Oltre 2mila migranti su una capienza massima di 350 posti. E’ questa la situazione che sta vivendo l’hotspot di Lampedusa. A confermare un momento davvero complicato per la struttura è stata direttamente l’ex sindaca Giusi Nicolini con un breve post sui social dove pubblica anche alcune foto che hanno fatto il giro del web in davvero poco tempo.
Una situazione complessiva, come riportato da Libero, non assolutamente facile e che rischia di peggiorare nei prossimi giorni considerando che sono diverse le imbarcazioni in viaggio nel Mediterraneo.
Come detto nei giorni scorsi, lo stesso sindaco di Lampedusa ha chiesto un incontro con la ministra Lamorgese per provare a trovare una soluzione. Ma la ministra dell’Interno ha rinviato tutto al 26 luglio e questo rischia di peggiorare ancora di più la situazione all’interno dell’hotspot di Lampedusa.
Come detto in precedenza, il post dell’ex sindaco Nicolini sta facendo molto discutere. In particolare, la politica ha pubblicato sui social delle immagini che raccontano una vera e propria situazione di degrado all’interno della struttura dell’isola e diciamo che il rischio di dover fare i conti con un quadro peggiore è ancora molto alto.
“Sono 2.100 le persone ammassate nel Centro di accoglienza a Lampedusa – si legge nel post – anche donne (4 sono in gravidanza), bambini, malati e bisognosi di cure dormono per terra, dove pure mangiano, tra i rifiuti. I posti letto sono meno di 200. Potrebbero essere foto della Libia. Ma no, è Italia e loro sono i sopravvissuti“.
Insomma, una situazione non sicuramente facile e che rischia di peggiorare nelle prossime settimane considerando che gli arrivi non si fermano e, soprattutto, non si è ancora arrivati ad una soluzione definitiva con la ministra Lamorgese. L’incontro con il sindaco, come detto, è stato rinviato a fine luglio e questo non rende assolutamente semplice la vita all’interno della struttura.