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Sport

40 anni fa: “Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo”

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Mauro Simoncelli

11 luglio 1982 – 11 luglio 2022, l’Italia di Enzo Bearzot entrava nell’Olimpo del calcio vincendo per la terza volta il titolo mondiale

La Nazionale italiana compie un’impresa leggendaria vincendo la Coppa del Mondo battendo, nella finale di Madrid, la Germania Ovest. Ricordi indelebili per chi ha avuto la fortuna di vivere quei momenti in quegli anni difficili e che per questo resteranno per sempre scolpite nelle loro menti.

Zoff alza la Coppa del Mondo al cielo –

Impossibile dimenticare il cammino dell’Italia in quel mondiale tra i mugugni del girone di qualificazione, superato solo per differenza reti, per arrivare, con un crescendo di emozioni, sfide epiche, e grandi vittorie, ad alzare la Coppa del Mondo per la terza volta nella storia, la prima nell’epoca moderna.

Quando il calcio diventò a colori

Inutile girarci intorno, soltanto chi ha vissuto quel mondiale può provare a raccontare cosa ha rappresentato quella vittoria, non solo per il calcio italiano, alle prese con il solito scandalo che ogni tanto arriva ad avvelenare il pozzo della passione, ma per tutti gli italiani e non solo per quelli che oggi chiamiamo tifosi. Quel mondiale è stato lo spartiacque della vita, un prima e un dopo sulle ali di un entusiasmo irripetibile, mai più provato perché genuino, spontaneo, improvviso. Festeggiare la notte intera per le vie delle proprie città, tornando a sventolare quella bandiera tricolore che fino ad allora aveva avuto altri significati. Erano feste spontanee senza divisioni di classi, uguali da Nord a Sud, ecco perché quel mondiale cambiò forse per sempre anche il nostro modo di essere italiani. Abbiamo vinto ancora, soprattutto negli ultimi anni, il mondiale del 2006 e l’Europeo del 2021, ma niente è stato come quella vittoria, proprio perché diversa. Chi ha avuto la fortuna di viverlo non dimenticherà mai dove era e con chi era quando Cabrini saettava di sinistro alle spalle di Fillol, o quando Paolo Rossi rapinava il terzo gol a Valdir Peres o quando Spillo Altobelli metteva a sedere tutta la difesa tedesca e Nando Martellini, con la classe che lo accompagnava nel raccontare le partite, esclamò “E sono Tre”! Una cosa così non c’era mai stata, era la prima volta della televisione a colori quasi per tutti, e quello che abbiamo vissuto è stato un arcobaleno di emozioni.

Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antognoni, Graziani

Un’ impresa da uomini veri

Dopo i fischi dell’ultima amichevole giocata allo stadio Olimpico, nessuno si aspettava grandi cose dall’avventura spagnola e qualificarsi con tre pareggi, dopo un girone tutt’altro che difficile, ci consegnò al “girone della morte”Argentina campione del Mondo in carica e il Brasile forse più forte di sempre.  Al Sarrià di Barcellona il nostro mondiale diventa leggenda, Gentile diventa “Gheddafi” per come annulla Maradona prima e Zico dopo, Bergomi diventa lo “zio” perché quei baffi non li ha più potuti tagliare per scommessa, Dino diventa “mito Zoff” prendendo le misure del francobollo commemorativo e PaoloRossi, proprio così, tutto attaccato, diventa Pablito, e lo resterà per l’eternità. Come si può raccontare l’incredulità di chi assisteva alla partita contro l’Argentina quando prima Tardelli, poi Cabrini cancellarono quello strano 7 dalla schiena di Fillol “mondiale” 4 anni prima con tanti compagni?

Il terzo e decisivo gol di Paolo Rossi al Brasile

I ricordi di Brasile-Italia di quel 5 luglio oramai sono come quei sogni che sai di aver fatto ma confondi con la realtà. PaoloRossi-Socrates-PaoloRossi,-Falcao-PaoloRossi, una sequenza indimenticabile e il resto di una partita, come una battaglia epica, un’impresa leggendaria che ognuno conserva in fondo al cuore tra quei ricordi che porterà sempre con se. Come fai a raccontare la rassegnazione iniziale, la speranza improvvisa, la dura realtà, la speranza che torna, il pareggio che ti spegne e il gol che ti fa capire tutto. Un condensato di emozioni che fa venire ancora i brividi sulla pelle e fa ricordare ogni istante di quei 90 infiniti, eterni minuti. Una foto di quel momento? Non un gol, non la parata più bella della carriera di Zoff su Oscar, non il gol annullato ingiustamente ad Antognoni, ma Eder, l’attaccante esterno dal tiro al fulmicotone del Brasile, che all’ultimo secondo per battere un corner sposta tutti i cartelloni pubblicitari, fotografi compresi seduti dietro, per riuscire a batterlo meglio. Secondi lunghissimi, ansia pazzesca per emozioni irripetibili.

La Polonia spazzata via così come poi i panzer tedeschi

La semifinale con la Polonia è stata una formalità, sapevamo già che non poteva essere un problema, oramai ci sentivamo invincibili e due cioccolatini offerti al nostro Pablito, ancora una volta Hombre del partido, regolano la pratica, poi c’è solo il Santiago Bernabeu e la finale. Giuro, ero sicuro di vincere, sarà stata l’incoscienza di pensare “siamo arrivati fino a qui”, o la presenza coinvolgente del presidente Pertini in tribuna di fianco al re Juan Carlos. Non potevamo perdere, neanche quando quel mortaretto scoppiato di fianco al pallone posizionato sul dischetto di rigore, un secondo prima che Cabrini lo calciasse fuori, poteva regalare oscuri presagi.

La più bella esultanza della storia del calcio

Un gol alla Paolo Rossi che lo consacra Pichici del torneo, Tardelli che di sinistro in caduta scaraventa il pallone alle spalle del portiere  tedesco Schumacher per l’esultanza più bella della storia del calcio, il nostro urlo di Munch, e Conti che vola sulla fascia, capelli al vento, prima di servire Altobelli al centro dell’area di rigore, pronto a trasformare definitivamente il sogno in realtà, facendo alzare in piedi ancora una volta Pertini per dire rivolgendosi alla platea intorno “Non ci prendono più”. Le notti magiche arriveranno qualche anno dopo, ma non si trasformeranno mai in trionfo come quella notte, vedere Zoff alzare al cielo quella Coppa del Mondo è stato come vedere nostro padre, nostro fratello più grande sfilare con la coppa. I nostri non erano i più forti di tutti, ma erano sicuramente un gruppo di uomini che insieme hanno trovato la forza di diventare invincibili, dietro ad un Signore con la pipa che sapeva come toccare le corde del cuore e dell’orgoglio, Enzo Bearzot“Parabens Italia, Companhera de Tri”, così chiudeva il film ufficiale del mondiale della tv brasiliana, abbiamo vinto la Coppa del Mondo del 1982 battendo Maradona, Zico, Boniek e Rummenigge, non c’è da aggiungere altro!

 

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Mauro Simoncelli