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Il processo ai fratelli Bianchi sconvolge l’Italia: “Guardi che lo avete ucciso”

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Paolo Colantoni

Trasmesse le immagini del dibattito in aula. Le parole dei fratelli Bianchi sconvolgono l’opinione pubblica

Il 6 settembre saranno due anni dalla morte del giovane Willy Monteiro, il ragazzo di 21 anni ucciso dai calci e dai pugni dei fratelli Bianchi per aver cercato di difendere un amico. Oltre ai due fratelli (Marco e Gabriele) sono accusati della sua morte anche Francesco Belleggia e Mario Pincarelli. Secondo la sentenza di primo grado sono loro che , durante un’aggressione spaventosa e molto violenta della durata meno di 50 secondi, hanno ucciso il povero  Willy, colpevole solo di essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

L’aggressione così dura, contro un ragazzo molto più esile, ha già sconvolto l’opinione pubblica. Il solo pensiero che due ragazzi amanti delle arti marziali e allenati, si siano scagliati contro una sola persona con quella ferocia, uccidendola, ha già scandalizzato l’opinione pubblica. Ascoltare le loro parole e il loro tentativo di giustificare gli eventi, ha fatto arrabbiare ancora di più tutti.

Durante la trasmissione di Rai 3, Un giorno in Pretura, si sono ripercorse le fasi processuali riproponendo le testimonianze delle parti coinvolte. Ha iniziato Gabriele: “Ero agitato, non sapevo la situazione, cosa stava succedendo. Pensavo che il mio amico stava litigando, se avessi saputo che non era così prendevo i miei amici e me ne andavo. Mi sono agitato e quando ho visto questo ragazzo, l’ ho spinto. Il calcio? Glielo ho dato qui sul fianco“. Dunque Gabriele Bianchi si alza e fa vedere dove avrebbe colpito Willy.

“Guardi che lo avete ucciso”

Ma le testimonianze degli amici di Willy dicono altro: “Il primo colpo sferrato fu un calcio all’altezza del petto. Willy è volato contro una macchina“, spiega un testimone: “Ho visto Gabriele Bianchi arrivare spedito davanti a Willy e tirargli un calcio in petto. Un calcio frontale da davanti, piegando la gamba e spingendo col bacino”. Ancor più clamoroso il racconto di Gabriele.  “Fosse vero che io e mio fratello abbiamo riempito di pugni il povero Willy… ma lei non pensa che quei colpi, con la nostra struttura fisica e la nostra esperienza, gli avremmo dovuto provocare delle fratture del viso? Il naso rotto? Labbro spaccato e mandibola rotta?”, chiede al pm. Laconica la risposta: “Guardi che è morto, Willy”.

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Paolo Colantoni