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Cronaca
La modella che sfila con dei vestiti ‘insoliti’: “Così mi stavano stuprando”
Published by
Daniele Magliocchetti
2 anni ago
E’ stata la scelta coraggiosa di Martina Evatore durante il concorso Miss Venice Beach, in questo modo ha voluto lanciare un messaggio forte
Una scelta coraggiosa e che fa discutere. Un messaggio forte, fortissimo che ha fatto breccia e che, soprattutto, centro. Martina Evatore, 20enne di Padova, ha deciso di sfilare a Jesolo con i vestiti che aveva quando un uomo ha tentato di violentarla per strada. “Se vai in giro vestita in questo modo te la cerchi”, è la frase stupida che le rivolse tre anni fa un’amica. Mentre le altre concorrenti del concorso Miss Venice Beach hanno presentato alla giuria una prova di canto o di ballo, Martina ha lanciato un messaggio: “Non è l’abbigliamento che istiga alla violenza“.
Sulla passerella si è presentata con pantaloni neri larghi che arrivano alla caviglia, scarpe bianche sportive, una maglietta e una giacca informe verde mimetico. Una risposta al fatto che le donne non si sentano libere di vestirsi a loro piacimento perché potrebbe “attirare le attenzioni di qualcuno, istigare ad una violenza“. Martina non sapeva come sarebbe stata accolta dal pubblico la sua provocazione. Alla fine è stata accompagnata da uno scrosciante applauso. “Mi sono espressa nel modo più naturale e serio possibile – ha detto – perché il mio messaggio non perdesse valore”.
“Le parole della mia amica, dette in buona fede, mi hanno fatto scattare la voglia di raccontare quanto mi è accaduto”
Martina ha riferito la sua intenzione all’organizzatrice e presentatrice Elisa Bagordo che ha ben accolto la proposta. Pantaloni neri larghi che arrivano alla caviglia, scarpe bianche sportive, una maglietta e una giacca informe verde mimetico. Preso il microfono la ventenne ha iniziato a raccontare-
“Qualche giorno fa una delle mie amiche più strette, vedendomi vestita con un abito estivo lungo, attillato sul busto, al corrente della mia vicenda, mi ha detto: Se vai in giro vestita in questo modo, te la cerchi. La sua affermazione era in buona fede. Sa quello che mi è successo. Ma le sue parole hanno fatto scattare in me il desiderio di raccontare che cosa ho passato. E specialmente la volontà di sconfiggere questo maledetto stereotipo, al fatto che ancora adesso non poche donne non siano libere di vestirsi come vogliono perché un abito piuttosto che un altro potrebbe attirare le attenzioni di qualcuno, istigare ad una violenza. Quello che ha detto la mia amica, altro non è che l’ennesima affermazione di quella natura che mi sento ripetere da quando c’è stato quel tentativo di violenza». Martina spiega anche perchè ha scelto la passerella del concorso per raccontare la sua storia