Quante volte capita di avere dubbi sull’adeguata chiusura del gas in cucina, una volta usciti casa? Ecco come essere più sicuri
Uno dei primi interrogativi che ci poniamo una volta superato l’uscio di casa riguarda proprio il gas in cucina: quante volte abbiamo fatto retromarcia per controllare se fosse regolarmente chiuso? E, nonostante le molteplici verifiche, il dubbio rimane nella maggior parte dei casi.
I numeri, come riporta immobiliare.it, ci illuminano: ogni trimestre 149 mila persone sono coinvolte in incidenti domestici che possono succedere in tutte le stanze, mentre si cucina, mentre si stira, quando si cambia una lampadina, quando si sale su di una scala per fare il cambio degli armadi. Mettere quindi in sicurezza la casa è sicuramente una priorità, soprattutto quando si parla di gas.
La prima accortezza a cui fare caso quando si parla di gas, è il controllo periodico delle tubature della cucina, del forno e della caldaia. Tutte queste operazioni devono essere fatte da professionisti (la legge italiana vieta interventi fai da te) e non devono mai essere rimandate: qualora accadesse è bene recuperare il prima possibile, per evitare conseguenze spiacevoli e, in alcuni casi, pericolose.
Le altre indicazioni da seguire, e che non vanno minimamente trascurate, sono: controllare la ventilazione che, nelle stanze dove sono installati dispositivi a gas, secondo legge, deve avere un’apertura che non sia inferiore a 100 cm quadri; fare attenzione all’aerazione: i fumi devono essere scaricati verso l’esterno tramite canne fumarie e camini; curare la pulizia di camini e canne fumarie deve essere ciclica; effettuare la manutenzione ogni 10 anni, secondo la norma UNI 1137 gli impianti di adduzioni del gas devono essere controllati da personale certificato (anche le caldaie) ed infine istallare nei fornelli di dispositivi di sorveglianza della fiamma. Tenere bene a mente che le accortezze non sono mai troppe quando si parla di azioni che possono mettere in pericolo la nostra vita e quella degli altri.