Con il caldo il virus non rallenta la sua corsa. Anzi… Ecco la guida per eventi al chiuso e all’aperto. E occhio ai condizionatori
L’estate del 2020 e del 2021 erano state risparmiate dai contagi. Mentre nei mesi più freddi l’infezione da Covid 19 galoppava, nei mesi estivi si registrava una minor incidenza del virus, con numeri bassissimi. Cosa è cambiato oggi? Perchè il virus è così forte? Che comportamenti adottare e soprattutto, cosa bisogna evitare in vista dell’estate?
Domande semplici, ma che possono portare ad una vera e propria guida da seguire per non rovinarci le vacanze. “A differenza della scorsa estate – spiega Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) – ora si osserva una minore attenzione da parte delle persone. Non dimentichiamo che il virus ormai è molto più trasmissibile e lo stato di immunità che abbiamo ci protegge bene dalla malattia, ma meno dall’infezione”.
Il caldo aiuta a bloccare la diffusione del Covid uccidendolo! Questo è quello che nei due anni precedenti veniva ipotizzato da esperti e dalla stragrande maggioranza delle persone. Ma (al di là dei numeri) è sempre stato un grande errore. “Ipotizzare che il caldo mandi via il virus – spiega Andreoni – è stato un errore dell’inizio della pandemia. Si sa infatti che in India o in Texas il virus ha circolato anche a 45 gradi. Bisogna però specificare che quando parliamo di caldo, intendiamo due situazioni diverse. Innanzitutto, ci riferiamo alla capacità dei raggi ultravioletti di inattivare il virus che sta all’aperto, ma non quello che si trova nelle vie respiratorie”.
Continua Andreoli: “L’idea che il caldo limiti la circolazione del virus è legata poi al fatto che d’estate le persone stanno di più all’aperto, le case sono maggiormente aerate e quindi in teoria c’è meno possibilità di contagiarsi”. La possibilità che il contagio avvenga tra persone al chiuso è molto più alta: all’aperto infatti c’è aerazione e le particelle di droplet non saturano l’ambiente. Ma il rischio zero non esiste. Il contagio infatti può avvenire anche all’aperto, soprattutto se c’è assembramento. Come sempre, sono le misure di precauzione a fare la differenza. Indossare la mascherina all’aperto, in caso di assembramenti, è un grande aiuto.
E’ cambiato il virus. Prima circolava la variante Beta, poi l’Alfa, ora l’Omicron 5. Gli assembramenti ora sono maggiormente pericolosi, ed i vaccini hanno perso la capacità di controllare l’infezione così come accadeva sulle altre varianti: l’azione protettiva del vaccino sull’infezione è ormai ridotta al 10-15 per cento; prima era intorno al 30-40 per cento. L’immunità, seppure sempre molto preziosa, ci protegge dalla malattia grave, ma non ci aiuta ai fini dell’infezione. Altra novità, rispetto al passato, è la maggiore attenzione da dare all’aria condizionata, che può incidere: se c’è un sistema di aerazione che crea il ricircolo d’aria fra ambiente interno ed esterno, almeno due volte al minuto, il rischio di infezione è ridotto. Se invece si ha un movimento d’aria all’interno dello stesso ambiente, il virus si sposta in funzione del vortice di aria e quindi la possibilità di contagiarsi è ovviamente più alta.