L’Oms lancia un monito ai governi: “Troppi morti ancora per Covid”. Torna d’attualità il tema delle restrizioni, ecco cosa può accadere.
I numeri tornano ad essere alti, sia negli indicatori che controllano i contagi che in quelli che segnalano i decessi dovuti al virus. In Italia tutti i parametri sono in netta crescita, ma lo stesso accade in molte nazioni, e il dibattito si allarga inevitabilmente.
Molti virologi che sono da anni in prima linea nella lotta al Covid continuano a segnalare l’esigenza di cambiare le regole sugli asintomatici. Sono molti in questa fase, e rischiano di bloccare le attività. C’è però, di contro, una vasta parte nel mondo della scienza e nel campo medico che invita a non sottovalutare gli effetti di questa ondata estiva. In tal senso arriva un dettagliato report da parte della Oms, con un invito chiaro ai governi. Tedros Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della sanità, ha chiarito che la pandemia non è per niente finita. Arriva quindi un invito preciso, che potrebbe prospettare nuovamente l’introduzione di restrizioni in molte nazioni.
Ghebreyesus ha esortato tutti a rivedere i piani di risposta al Covid, mettendo in campo ogni mezzo possibile per contrastare l’ondata che anche in Italia e in altri paesi sta alzando nuovamente i parametri dei contagi, delle ospedalizzazioni e delle vittime del virus. Ecco quindi che arriva un monito a rivalutare i mezzi messi in campo nella prima fase della pandemia, in primis con “il ritorno delle restrizioni”.
Il capo mondiale dell’Oms ha chiarito che l’aumento delle ospedalizzazioni impone ai paesi di “implementare le misure collaudate come l’uso della mascherina, il miglioramento della ventilazione e i test”. Poi un appello molto chiaro. “Oggi c’è una grande disconnessione nella percezione del rischio tra le comunità scientifiche, i leader politici e le persone in generale”. Arriva quindi l’appello chiaro da parte dell’Oms, e Ghebreyesus si è detto “preoccupato” per i numeri in aumento che comportano “una pressione ulteriore su personale sanitario e sui sistemi sanitari”. Si allarga quindi il fronte di chi chiede un passo indietro, mentre molti leader e una parte della comunità scientifica tornano a rivalutare le regole per evitare che il virus possa in qualche modo paralizzare le economie in una fase già critica.