Il Covid cambia il mondo del lavoro e il posto fisso comincia ad essere meno ambito. Ecco cosa dice l’ultimo report dell’Inps.
“Cosa vuoi fare da grande? Il posto fisso“, così Checco Zalone in Quo Vado, uno dei suoi film che hanno ottenuto maggiore successo. Ma il Covid ha cambiato il mondo del lavoro e anche il contratto a tempo indeterminato non è più un vero e proprio obiettivo di chi inizia la propria carriera professionale.
Secondo quanto riferito da Libero, che cita l’ultimo report dell’Inps, nel periodo tra febbrai 2021 e gennaio 2022 le dimissioni di chi ha un posto fisso sono passate da 950mila a oltre 1 milione. Un incremento più rilevante si è registrato nelle imprese con oltre 15 dipendenti (+100mila unità) mentre nelle piccole ci si è fermati al di sotto delle 50mila.
Si tratta sicuramente di un dato da tenere in considerazione in vista anche del futuro e di come il mondo del lavoro è stato cambiato dalla pandemia.
Se le dimissioni, come detto, hanno registrato una crescita in quest’ultimo periodo, gli stipendi continuano a rimanere quelli e di conseguenza anche le prospettive pensioni. Sempre nel report dell’Inps, è stato precisato che con un salario di 9 euro all’ora e 30 anni di contributi versati, un lavoratore potrebbe avere una pensione di 750 euro a 65 anni.
Si tratta di cifre minime e che rischiano di portare le persone a lavorare di più proprio per avere una pensione molto più alta e soprattutto poter sopravvivere in un momento in cui il costo della vita è sicuramente molto più alto.
Naturalmente le cose in futuro possono cambiare e sembra essere davvero complicato in questo momento prevedere cosa potrà succedere nei prossimi anni a livello pensionistico. Sicuramente le premesse non sono positive e se si continua con questi stipendi difficilmente si arriverà ad un cambio di passo. Ma la strada è sicuramente in salita e il Governo deve muoversi per consentire all’Italia di stare al passo con i cambiamenti di lavoro.