Il caso della psicologa toscana si chiude con la sentenza del giudice: era stata sospesa dall’ordine per il rifiuto al vaccino.
La storia ha fatto scalpore, così tanto da trasformarsi in una sospensione dall’ordine, e poi in una serie di accuse, fino ad arrivare davanti al giudice.
La psicologa Toscana era stata infatti sospesa dall’Ordine professionale perché non in regola con l’obbligo imposto per legge alle professioni sanitarie. Una decisione in linea con le leggi imposte dall’obbligo vaccinale contro il Covid nelle fasi in cui la massiccia campagna si era trasformata anche in polemiche, manifestazioni e dibattiti politici. Dopo lo stop però la psicologa ha deciso di andare avanti ed ha portato il suo caso davanti ad un giudice. La sentenza arriva a distanza di mesi, e il giudice civile Susanna Zanda, come riportato dall’Ansa ha chiarito i motivi della sua decisione.
Psicologa sospesa per il rifiuto al vaccino: i motivi della sentenza
Reintegrata. La decisione del giudice è chiara, ed è spiegata in maniera dettagliata. Torna quindi al lavoro la psicologa toscana sospesa dall’ordine professionale. La revoca arriva dopo la battaglia legale, e la sentenza parla molto chiaramente. Secondo il giudice la psicologa “non può essere costretta a sottoposti a vaccini sperimentali talmente invasivi da insinuarsi nel Dna”.
E ancora si legge che “i vaccini potrebbero alterare il Dna in modo che potrebbe risultare irreversibile con effetti ad oggi ancora non prevedibili per la vita e per la salute”. Per tutte queste ragioni, spiegate nel provvedimento d’urgenza, la psicologa potrà tornare a lavorare. Per il 15 settembre si entrerà inoltre nel merito e il giudice sentirà anche l’Ordine degli psicologi, nell’ambito di un processo che potrebbe essere preso come esempio per molti casi di persone ancora fermate a causa del rifiuto di sottoporsi al vaccino.