Le dimissioni di Draghi sono la fine o l’inizio di un nuovo capitolo per la Repubblica italiana? Si tratta della domanda che oggi investe maggiormente le pagine dei quotidiani e le riflessioni degli editorialisti.
Quello che sappiamo è che Mattarella farà tutto quello che è in sua possibilità per fare in modo che gli eventi non precipitino, ma allo stesso tempo anche per evitare le elezioni già nel prossimo autunno. Che tuttavia sono sempre più probabili.
Al momento, il Capo dello Stato ha respinto le dimissioni del premier e lo ha invitato a presentarsi in Parlamento. Lui, tuttavia, Draghi, al contrario sembra piuttosto determinato nella sua strada, e di stare alla larga dal “teatrino” della politica con cui Mr. Bce non vuole scendere a patti, e nemmeno a discussioni.
L’aria che si respira in queste ore, in modo particolare al Quirinale, è tuttavia particolarmente tersa. Intrisa di pessimismo sul domani. Se non altro, per quanto può accadere sui mercati ai titoli italiani. Tutto infatti sembra giocarsi proprio lì, nel mondo della finanza.
Dopo avere incassato la fiducia in Senato, privo dei voti pentastellati ma con i grillini presenti comunque in Parlamento, con una mossa che molti hanno giudicato vagamente gattopardesca, Draghi ha scelto comunque la soluzione più dura. Quella di fare esplodere il caso, annunciando il passo con una nota estremamente dura.
“È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo…”, ha detto Draghi smontando completamente la posizione dei grillini che lo stesso governo aveva fatto nascere, pur senza mai nominarli. Certo che anche Mattarella, dalla sua, ha molti argomenti: inflazione, Pnrr, spread, conflitto ucraino. Poi ci sono la legge di bilancio e i pericoli per i titoli di Stato italiani.