Nella notte i militari hanno eseguito un’ordinanza firmata dal gip: 12 arresti. Nuovo colpo al mandamento Porta Nuova
Nuovo colpo al mandamento di Porta Nuova a Palermo, storico clan di cosa nostra. Dopo appena dieci giorni i carabinieri hanno dato seguito all’operazione Vento che aveva portato al fermo di 18 presunti esponenti della famiglia mafiosa. Nella notte i militari hanno eseguito un’ordinanza firmata dal gip di Palermo nei confronti di altri 12 presunti affiliati.
Le indagini sono state coordinate dalla Dda e hanno scongiurato nuove violenze e tensioni come il tentativo di punire i responsabili dell’omicidio di Emanuele Burgio, avvenuto a Palermo il 31 maggio del 2021. Il blitz di questa notte, in cui sono stati eseguiti 12 arresti di cui 4 in carcere e 8 ai domiciliari, ha evitato che si consumasse la vendetta per l’omicidio di Emanuele Burgio, il pregiudicato vicino ai clan, ucciso alla Vucciria il 31 maggio dello scorso anno. I carabinieri del nucleo investigativo hanno arrestato il padre Filippo Burgio che proprio oggi sarebbe stato scarcerato. Dalle indagini coordinate dai magistrati della Dda è emerso come il padre stesse pianificando da mesi la vendetta per l’uccisione del figlio e avesse già identificato i soggetti che lui riteneva co-responsabili dell’omicidio del figlio.
Dalle fasi di approvvigionamento all’ingrosso allo spaccio al minuto sul territorio gestito dai vertici della struttura criminale per alimentare le casse mafiose. L’associazione avrebbe assunto la gestione diretta di sei piazze di spaccio, localizzate nei centralissimi quartieri del Capo, della Vucciria, di Ballarò e della Zisa (via Cipressi, piazza Ingastone e via Regina Bianca), con a capo uomini ritenuti affiliati a cosa nostra; coltivazione e spaccio di stupefacenti; violenza privata e lesioni personali aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose.